In questo articolo, prendendo spunto dal recente ottenimento del cospicuo finanziamento grazie al nostro Progetto EQUIGARDEN, vorremmo spiegare come può essere possibile ottenere fondi per realizzare importanti attività nell’Equitazione Integrata®.

Quante volte si ascoltano discorsi più o meno populisti che lamentano disinteresse da parte delle Istituzioni nel sostenere economicamente valide iniziative rivolte agli strati cosiddetti “deboli” della popolazione?

Chi di noi non si è trovato nella propria vita associativa ad ipotizzare importanti progetti a sfondo sociale, dove il cavallo e le attività di maneggio avrebbero potuto realmente contribuire al miglioramento della qualità di vita di soggetti a rischio di emarginazione (diversamente abili, giovani alunni delle scuole dell’obbligo, dei centri di aggregazione giovanile o persone anziane di un centro ricreativo)?

Spesso molte organizzazioni non hanno sufficienti elementi per reperire fondi atti al miglioramento delle proprie strutture o allo sviluppo di nuove attività socialmente utili; sponsorizzazioni, donazioni, campagne di sensibilizzazione: il found rising (ricerca fondi) non sempre produce risultati sperati rischiando di affossare la motivazione di un gruppo nel perseguire nobili obiettivi.

Spesso infatti si creano varie iniziative (come ad esempio il battesimo della sella, banchetti, feste in maneggio o realizzazione di una lotteria a premi) con l’illusione di raggiungere risultati pressoché impossibili dove è evidente la sproporzione tra iniziativa ed effetto desiderato (l’acquisto di un maneggio coperto ad esempio).

Una grande occasione per le realtà operanti nel Sociale -come le Associazioni Sportive Dilettantistiche, quelle di Promozione Sociale o di Volontariato- è appunto la Progettazione: una serie di attività in rete che partono appunto da un progetto sulla carta, sostenuto da uno studio approfondito dei bisogni di una comunità o di un gruppo di persone, per la realizzazione di iniziative di Pubblico Interesse “sponsorizzate” e sostenute economicamente dalla collettività (Enti Pubblici, Privati o Fondazioni).

Questo lavoro può comportare due importantissimi vantaggi: da un lato la gratuità da parte dell’utente finale che potrà usufruire di un servizio (o un bene) senza alcun esborso in danaro, dall’altro la possibilità da parte dell’Organizzazione No Profit di sviluppare nuove proposte economicamente sostenute da terzi.

Gli Enti che pubblicano bandi sono molti: Ministeri o Commissioni ministeriali specifiche, Organismi del Parlamento Europeo, il CONI, Provincie, Comunità Montane, oppure Fondazioni come quelle bancarie o di grandi aziende private…. E’ importante avere quindi una visione d’insieme e soprattutto costante rispetto a cosa propone il “mercato dei bandi” per valutare quello che più si addice alla nostra Realtà e che può permetterci di proporre iniziative di successo, apprezzate e possibilmente…finanziate!

Per esplicitare questi aspetti che possono apparire alquanto generici ed imponderabili a molti, si pensi ad un concorso dove ogni partecipante (ente proponente) presenta una idea di impatto e dal carattere particolarmente innovativo, descrivendo nei minimi particolari il percorso per la realizzazione del progetto stesso ed i soggetti che contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi sperati (chi fornirà il servizio e chi ne usufruirà).

Purtroppo uno dei grandi deterrenti di fronte alla progettazione su bando riguarda la mole di documenti scritti che ci si trova davanti: delibere,  formulari, il testo del bando vero e proprio,  i tanti allegati necessari per la compilazione del tutto… In alcuni casi è possibile arrivare a diverse centinaia di pagine.
Un altro problema che si incontra può rivelarsi il linguaggio utilizzato nel bando stesso, molto “burocratese”, spesso con riferimenti legislativi o tecnici di settore, che rischiano di trasformare una opportunità in una “categoria a difficoltà progressive” quasi impossibile da superare.

La progettazione inizia una volta “intercettato” il Bando giusto; questo può mettere a disposizione risorse, spesso sottoforma di co-finanziamento (una percentuale dell’intero importo deve essere sostenuto dall’organizzazione stessa o da partner “privati”), alcune volte a finanziamento completo (l’importo del progetto viene totalmente erogato dal bando stesso).

E’ essenziale l’approfondito studio di tutti i documenti e le condizioni del Bando prima di iniziare a lavorarci sopra: questo per evitare di andare fuori tema presentando un’iniziativa o un servizio che nulla ha a che fare con l’obiettivo del Bando stesso.

Bisogna dotarsi di una bussola mentale per orientarsi tra le “fitte selve” create dalle parole, e nel contempo, si deve imparare a scegliere la sequenza logica con cui cercare e riorganizzare le informazioni. In aggiunta è determinante considerare una serie di elementi organizzativi, burocratici e temporali che devono venir rispettati con assoluta intransigenza, pena la non approvazione “a finanziamento”.

Ci vorrebbe un intero trattato e l’esperienza di un team di consulenti professionisti per chiarire i tanti delicati passaggi e le specifiche azioni che permettono di giungere alla presentazione di un progetto; purtroppo non esiste a priori la sicurezza assoluta di colpire nel segno e vedere accolto a finanziamento un progetto ottenendo le risorse economiche.

Le variabili sono veramente tante, anche se buone possibilità per ottenere un finanziamento possono essere sintetizzate in alcuni fondamentali aspetti:

  • l’idea progettuale proposta deve essere innovativa e riproponibile possibilmente anche al di fuori del progetto ed in altre realtà territoriali nel tempo;
  • deve essere rispondente alle esigenze di un gruppo sociale, con particolare attenzione al rapporto costi/numero dei fruitori finali;
  • il progetto deve venir descritto nelle modalità e tempistiche definite dal bando stesso, con particolare attenzione nel rispettarne gli obiettivi;
  • più viene articolata una rete di partnership a vari livelli (soggetti attuatori, fruitori, enti che patrocinano l’iniziativa o soggetti revisori o di supporto alla valutazione delle procedure gestionali, burocratiche, realtà private che contribuiscono economicamente, altri sodalizi che partecipano reperendo risorse umane….), dove si evinca una reale partecipazione da parte del maggior numero di soggetti nel sostenere l’intero progetto, più il progetto stesso diviene appetibile.

Un mito da sfatare è quello che suggerirebbe di “volare basso” proponendo iniziative minimaliste o poco elaborate perché più economiche e quindi più probabili da passare…

Questo è un falso assoluto: più il progetto è ampio, costruito e proposto nella forma più opportuna (magari supportato da dispositivi esplicativi come video, presentazioni Power Point, immagini o quant’altro), con una rete di attori consorziati per il raggiungimento dell’obiettivo comune, maggiore è la possibilità di dar risalto all’iniziativa stessa.

In aggiunta, l’individuazione di soggetti o realtà dall’alto profilo professionale o esperienziale per ricoprire incarichi di coordinamento, di verifica, di garanzia e –soprattutto- di gestione economica, può fornire un valore aggiunto imponderabile ma estremamente gradito: la motivazione nel garantire che l’intero progetto verrà gestito con competenza, serietà ed onestà.

Per concludere: il detto “l’unione fa la forza” -se applicato in progettazione su bandi- è la sintesi per ottenere finanziamenti; le competenze trasversali, le risorse che ognuno mette a disposizione, la collaborazione in rete e la motivazione nel perseguire un’ideale, prima o poi danno i risultati sperati.

Se sei anche tu interessato a collaborare su progetti equestri nel Sociale dove la mission e vision di EQUITABILE® possano esprimersi al meglio? Collaboriamo: potremo intraprendere insieme un percorso che può sviluppare nuove iniziative sul territorio!