L’impostazione di una progettualità integrata, l’organizzazione di situazioni di apprendimento attivo, divertente, coinvolgente tramite una pluralità  di stimoli, può portare gli utenti ad interessarsi, attivarsi personalmente e scoprire in sé delle abilità;  il rafforzamento della percezione di autoefficacia spinge l’individuo a non indulgere in atteggiamenti sottostimanti, passivizzanti, disturbanti e quindi socialmente inaccettati.

Ormai da diversi anni gli addetti ai lavori (psicologi, educatori, pedagogisti) condividono l’idea che il rapporto uomo – animale possa giovare nel determinare effetti positivi sia sulla salute, sia sull’equilibrio psico – fisico dell’uomo, a maggior ragione nei soggetti in età evolutiva. Le attività di mediazione equestre e l’equitazione integrata sono attività in espansione all’interno di Centri Diurni che lavorano con il disagio psichico, progetti H scuole, e strutture residenziali per disabili mentali o fisici sia minori sia adulti.

Anche per i soggetti cresciuti in contesti denotati da ipostimolazione primaria (handicap indotto) il coinvolgimento in attività inerenti la pet – therapy rappresenta una valida risorsa e può essere efficacemente proposta quando i bisogni educativi prevalenti sono determinati da:

  1. ricerca di un maggior grado di maturazione di condotte adeguate nel rapporto con l’altro o con i diversi ambienti.
  2. Ricerca di un’evoluzione delle autonomie personali.

Durante l’esperienza di attività equestre vengono coinvolti molteplici aspetti:

Area Motoria

Aree intervento: Stimolazione della motricità globale, fine, consapevolezza della propria corporeità e del proprio confine spaziale, orientamento nello spazio;

Dal punto di vista motorio la conduzione del cavallo, oltre a favorire la scioltezza, la coordinazione e la lateralizzazione dei movimenti, stimola il giovane a migliorare i tempi di attenzione e di reazione motoria agli stimoli, oltre a rafforzare globalmente il tono muscolare stesso nonché la postura.

Gli esercizi a cavallo e a terra stimolano la motricità (fine e grossolana), l’uso consapevole della forza fisica e la sua regolazione in base alle esigenze comprendendo che il suo abuso porta a reazioni indesiderate nell’altro (persone o animali), come nella vita quotidiana, anche nei momenti in cui la frustrazione tende a stimolarne l’uso.

L’orientamento nello spazio e viene ad essere stimolato tramite gli esercizi di conduzione in dirittura e tramite l’esecuzione delle figure di maneggio più evolute (circoli, volte e mezze volte, slalom, diagonali, tagliate longitudinali e trasversali e così via).

Area affettivo – relazionale

Aree intervento: Vengono stimolate l’autostima, competenze relazionali e comunicative, interesse e motivazione, modalità e contenuti della comunicazione verbale e non verbale.

Dal punto di vista delle competenze relazionali in un’attività educativa con il cavallo si viene a creare tra il bambino e l’animale uno scambio reciproco, fatto di emozioni, stimoli tali da cerare un canale d’accesso facilitato all’emotività dei soggetti in condizione di svantaggio; l’elemento fondamentale infatti è la gestione del contatto fisico. La sensazione tattile conduce ad una presa di coscienza della propria corporeità ed alla strutturazione di una maggiore consapevolezza del sé, che sopperisce ad una mancanza di stimoli corporei e tattili nell’infanzia, fattore prioritario nelle sindromi da ritardo fisico-psichico e da deprivazione primaria.

La soddisfazione del bisogno di contatto ed affettività, alla base delle difficoltà relazionali, crea le condizioni di un maggior equilibrio psico – fisico. Nell’esperienza educativa equestre si è notato come bambini soggetti a traumi emotivi, che presentano condotte determinate da ripiego difensivo e ritiro, come anche incapacità o disinteresse nell’instaurazione di legami con l’altro, possono iniziare a interessarsi e motivarsi alla relazione dapprima con gli animali per poi trasferire questa spinta verso gli esseri umani.

Il canale comunicativo preferenziale per entrare in contatto con l’animale bypassa le barriere verbali, e si focalizza sul non-verbale e sull’interazione diretta: il bambino deve comunicare efficacemente con il corpo per farsi comprendere dall’animale utilizzando un codice comunicativo specifico e da apprendere completamente, senza che i genitori, gli insegnanti e gli educatori possano sostituirlo.

Quando questa capacità sarà interiorizzata il bambino avrà soddisfatto il suo bisogno comunicativo e avrà stabilito un evoluzione nella sua competenza ed efficacia relazionale, che potrà progressivamente esercitare nelle relazioni tra pari.

Area delle autonomie personali

Aree intervento: Cura del sé e dell’altro, responsabilizzazione, rispetto delle regole, autoefficacia;

Per quanto riguarda l’area delle autonomie personali l’accudimento stesso dell’animale, realizzato tramite le attività a terra di grooming, pulizia del cavallo e del box determinano una motivazione alla responsabilizzazione del sé verso l’altro generalizzato e inducono il bambino a compiere spontaneamente operazioni indispensabili alla quotidiana cura del sé, vivendole con piacere e soddisfazione perché legate all’affettività riscoperta nell’animale.

La capacità di interagire e controllare un animale dalla mole così grande ma bisognoso, la capacità di prendersene cura, nutrirlo, guidarlo, pulirlo, imparare progressivamente a muoversi in scuderia utilizzando in modo pertinente tutti gli attrezzi e gli strumenti necessari alla gestione dell’animale alimentano l’autostima e la percezione di autoefficacia, costruendo un immagine valida e positiva, costruttiva del sé.

Aree intervento: conduzione autonoma del cavallo.

La relativa semplicità delle operazioni da compiere per raggiungere un discreto grado di autonomia nella conduzione e gestione a terra del cavallo, garantita dal rispetto del codice comunicativo equestre, delle regole del maneggio, dei tempi del cavallo e dell’apprendimento delle tecniche, dalla creazione di una condotta disciplinata e rilassata nel cavaliere in sella restituiscono una prova di padronanza del sé e interiorizzazione della disciplina necessaria per la costruzione ordinata di un lavoro costruttivo. L’autonomia nella gestione del cavallo e delle operazioni per prepararlo al lavoro, condurlo all’ottenimento insieme al cavaliere di un risultato stimola l’emancipazione e la disciplina, l’ordine operativo interno.

Area Cognitivo – Neuropsicologica

Aree di intervento: Problem solving, concentrazione, attenzione, memorizzazione, organizzazione.

Il maneggio è uno spazio che offre molte occasioni di sperimentazione del sé, scoperta, apprendimento di nuove mansioni, operatività, tecniche di esecuzione di compiti specifici.

I giovani con disturbi dell’attenzione, difficoltà di apprendimento, di concentrazione possono migliorare i propri processi cognitivi grazie alla capacità del contesto e dell’animale di stimolare l’attenzione e la capacità di concentrazione. Durante le riprese è inoltre richiesto al cavaliere di memorizzare percorsi a difficoltà graduale e imparare sequenze di esercizi a cavallo, nonché comandi precisi e coordinati da impartire al cavallo, organizzando simultaneamente gli “aiuti” (particolari coordinazione arti superiori e inferiori necessari a direzionare l’animale) e la conduzione del cavallo nel percorso stesso. L’accordanza richiesta di azioni ordinate e organizzate, tempestive e funzionali risulta un esercizio di strutturazione del pensiero e dell’organizzazione mentale importante e solitamente non richieste ai minori con difficoltà specifiche.

Per quanto riguarda il problem solving il cavallo essendo comunque un animale talvolta imprevedibile, crea per sua natura situazioni di criticità e messa alla prova delle competenze del suo cavaliere. Il minore sarà quindi protagonista della ricerca tempestiva di soluzioni, strategie comunicativamente  efficaci con il suo cavallo di ripristino delle condizioni di lavoro ottimali e di ottenimento del risultato desiderato.

Un aspetto importate da tenere in considerazione per comprendere l’efficacia dell’attività educativa equestre è la dimensione ludica, il gioco, il divertimento.


Il gioco
e l’attività fisica oltre a influire sul buonumore, predispongono alla socializzazione, l’equitazione in quanto attività sportiva interviene efficacemente a prevenire l’estraniazione, stimola l’interazione sociale.

OBIETTIVI

–          Agire efficacemente sulla propriocezione attraverso il tatto ed il contatto fisico con l’animale.

–          Migliorare la motricità grossolana e fine tramite le operazioni di pulizia e bardatura.

–          Migliorare la sensibilità motoria, la sequenzialità e la coordinazione dei movimenti tramite la conduzione.

–          Agire sull’autostima e la percezione d’efficacia del sé.

–          Favorire l’investimento affettivo, migliorare le competenze relazionali attraverso la relazione con l’animale e l’operatore.

–          Sensibilizzare al controllo della comunicazione non verbale: gesti, sguardi, utilizzo del corpo, prossemica.

–          Gestione consapevole del contatto fisico.

–          Controllo della condotta e potenziamento della gestione dell’emotività: ansia, frustrazione, paura, stress

–          Favorire la responsabilizzazione attraverso la gestione dell’animale

–          Migliorare le capacità di adattamento agli ambienti e l’apertura a situazioni nuove generalizzando l’apprendimento anche alle situazioni di vita quotidiana.         

–          Stimolare il protagonismo, la messa in gioco del sé, l’entusiasmo.

Manuela Lera
Educatrice Professionale ed Operatore di Equitazione Integrata®