Circola un video, sul web, che è davvero toccante: mostra un bimbo, affetto da Sindrome di Williams che per la prima volta si relaziona con un cavallo.

Il cavallo è libero nel paddock e si avvicina al bambino, mostrando un silenzioso interesse, non invadente ma costante. Il bimbo, dopo un momento di dubbio in cui si allontana, gli si avvicina a sua volta, alternando momenti di timore a momenti di curiosità.

Il cavallo si mostra sereno di fronte anche a quei movimenti del piccolo che potrebbero spaventarlo. Si lascia toccare e rimane immobile quando il piccolo gli abbraccia un anteriorie. Rimangono entrambi in quella posizione per un poco; un tempo sufficiente, però, sia a scatenare emozioni che a farci riflettere.

Questo video è stato registrato dal padre del bimbo, per diffondere una testimonianza positiva sulla Sindrome di Williams in cui si vuole mostrare che anche le persone affette da questa condizione sono in grado di emozionarsi e di emozionare.

williamsLa Sindrome di Williams è una patologia congenita e che si sviluppa e manifesta dopo la nascita. Non ha cause mediche né ambientali, sociali o psicologiche: si manifesta casualmente una volta su 10.000 nascite con coliti nei primi mesi di vita, situazioni di iperattività nell’infanzia, disturbi del sonno.

A livello fisiologico coinvolge l’apparato muscolo-scheletrico con alterazioni delle curve fisiologiche, l’apparato uditivo che risulta particolarmente sensibile.

La Sindrome di Williams comporta difetti nella struttura cardiaca e conseguenti cardiopatie, predispone allo sviluppo di calcoli renali, disfunzioni dell’apparato urinario in genere e difficoltà nella crescita, determinate da una serie di concause.

Gli aspetti somatici che contraddistinguono la Sindrome di Williams sono riscontrabili principalmente nel viso e in particolare nella zona dell’occhio (ad esempio con situazioni di strabismo).

Le caratteristiche della Sindrome di Williams

Ma, al di là degli aspetti fisici, vogliamo soffermarci su quelli legati alla personalità e al comportamento di che ha la Sindrome di Williams.

Come specifica anche il papà di Erez, il bambino del filmato, le persone affette da questa condizione si contraddistinguono per un carattere socievole e affettuoso; hanno però difficoltà relazionali e prediligono il contatto con gli adulti. Sono estroversi ma anche molto sensibili, cosa che li rende facili ai turbamenti.

Possono avere accessi di collera e mostrano un certo ritardo nella sfera dell’apprendimento e nello sviluppo del linguaggio. Pur avendo una buona memoria hanno scarsa concentrazione, cosa che complica lo sviluppo e l’allenamento delle loro capacità cognitive.

Si suggerisce spesso, per i giovani con Sindrome di Williams, di garantire loro del sostegno psicologico che operi principalmente in soccorso alla loro autostima. In questo senso,  a noi di Equitabile®, viene da raccomandare anche una terapia mediata dal cavallo o di equitazione integrata® che potrebbe risultare utile su più fronti, oltre che su quello della stima personale.

Innanzitutto favorirebbe  il campo della socializzazione e dell’applicazione delle regole di convivenza. Sul fronte dell’apprendimento un intervento di equitazione integrata® garantisce un ottimo allenamento della memoria e, in generale, lo sviluppo cognitivo. Infine, nel vivo della relazione stessa con il cavallo, consente l’espressione della propria affettività (insegnando a manifestarla con la consapevolezza dell’altro) e il superamento delle paure.

Una relazione con il cavallo insegna anche a gestire e a dosare le proprie emozioni, sulla base delle risposte affettive e motorie dell’animale stesso che agisce sempre e comunque con calma, evitando così all’utente al situazioni di stress (come suggerisce molto bene la ripresa).

Colpisce, nel filmato, il fatto che il cavallo si interessi quasi esclusivamente al bimbo (anche quando questo volta la schiena all’animale); presta l’attenzione al genitore e alla sua telecamera soltanto all’inizio. Risulta evidente la presenza del padre del piccolo affetto da Sindrome di Williams essenzialmente dal contatto visivo che il bambino cerca con lui nei primi momenti di incertezza.

La calma del cavallo è però del tutto sufficiente di per sé a garantire al piccolo la sicurezza necessaria ad avvicinarsi all’animale.

E il momento in cui Erez tocca e poi cinge la gamba del cavallo – che rimane immobile quasi per non fargli male – sembra un attimo in cui il bambino può depositare il suo fardello di difficoltà nelle relazioni, trovando un momento di conforto e comprensione, ascoltato da una “figura” che rappresenta forza, sicurezza, calma: ma in virtù del fatto che esso stesso, il cavallo, è il primo ad essere timoroso e timido e sa dunque riconoscere determinate emozioni, riconoscendo altrettanto il fatto che il bambino è un essere del tutto innocuo.

Il momento di relazione con il cavallo è un momento in cui la comunicazione e l’affettività passano per canali diversi da quelli che la società umana comunemente impone e richiede; e consente ad Erez una comunicazione più profonda, facile e naturale.

dott.ssa Valeria Foglino
Blogger e Mediatore Equestre EQUITABILE®