Ciò che definisce e distingue l’essere umano è il fatto che si tratti di un “animale sociale” che fa della comunicazione il fulcro della propria vita. L’autismo ha come peculiarità il fatto che va a inficiare proprio questo aspetto, così distintivo della nostra specie, al punto che – statistiche alla mano – il 40% delle persone affette da disturbo dello spettro autistico mette in pratica una comunicazione esclusivamente non verbale (e peraltro piuttosto difficile da decodificare da parte degli interlocutori).

L’incapacità di comunicare liberamente, facendo uso della vasta gamma di strumenti comunicativi che la nostra natura usualmente ci garantisce, è fonte di ulteriori disagi: provoca problemi di carattere comportamentale e genera profonde frustrazioni individuali tanto nel disabile quanto nella sua famiglia.

In media, un bambino su 88 soffre di autismo, affermano alcune statistiche. Altre presentano una percentuale più ottimistica.Questa condizione compare comunque nei primi tre anni di vita del bimbo e colpisce il normale sviluppo del sistema nervoso centrale per quanto concerne la sfera del linguaggio e della comunicazione e, di conseguenza, influisce profondamente sulle relazioni sociali che sono essenzialmente influenzate e condizionate dalla comunicazione stessa.

Le cause dell’autismo sono tutt’ora poco chiare e oggetto di studi, ma si suppone che il fattore genetico svolga un ruolo rilevante nella determinazione del problema. Il 35% dei bambini autistici non svilupperanno mai la capacità di esprimersi a causa dell’impossibilità di ricevere un supporto e dei trattamenti adeguati.

Ippoterapia e metodo Strides®

ippoterapia e comunicazione facilitataL’ippoterapia è una pratica di supporto all’autismo già in uso da molti anni e dai risultati positivi comprovati. A livello fisico consente di sviluppare la forza fisica, l’equilibrio, la flessibilità e migliora la postura. A livello comportamentale sviluppa la responsabilità e l’indipendenza. Inoltre ha, come ulteriore elemento a proprio vantaggio, la capacità di suscitare emozioni forti in chi la pratica. Ed è qui che si inserisce la funzione del metodo Strides®, unendo il cavallo all’utilizzo delle strumentazioni tecnologiche per facilitare la comunicazione efficace.

E’ nota la grande predisposizione da parte dei piccoli affetti da disturbo autistico nei confronti della tecnologia. Estremamente intelligenti, i bambini autistici sviluppano spesso una facilità particolare nell’utilizzo degli strumenti tecnologici in genere e di quelli informatici in particolare. Molte applicazioni dei moderni device informatici consentono di esprimersi semplicemente toccando, sullo schermo di un tablet, un quadrato raffigurante un disegno, o una parola. Schiacciare riquadri in modo consecutivo produce frasi: il device “parla” al posto del bambino, esprimendo a voce alta quanto il bimbo desidera comunicare.

Questo è esattamente ciò che l’applicazione “Proloquo2Go”, ideata per IPad ad hoc dagli ideatori del metodo Strides®, mette a disposizione dei bambini affetti da autismo: dei bottoni rappresentano azioni o parole; premendo il tasto corretto il bambino può, come sopra accennato, esprimere in maniera sonora il messaggio indicato dal simbolo. A tutti gli effetti si tratta di un programma di generazione vocale creato dall’Ithaca College, in particolare dal Dipartimento di “Speech Language Pathology and Audiology”.

Strumentazioni in grado di sviluppare parole non sono una novità come supporto alle terapie ideate per pazienti autistici: in precedenza si era sempre trattato, però, di apparecchi eccessivamente pesanti e troppo ingombranti per poter essere adattati ad essere combinati con una terapia equina.

Un matrimonio ben riuscito tra natura e tecnologia

L’idea del metodo Strides® nasce presso l’Ithaca College grazie a Catherine Markosky, mamma di due bambini disabili, di cui uno autistico. Come tutti i genitori, e in particolare quelli di bimbi autistici, tentava con tutto l’impegno possibile di migliorare la qualità della vita del proprio secondogenito. L’ippoterapia era stata il primo passo e aveva fornito i consueti benefici che conosciamo. Successivamente si era pensato a questa combinazione e integrazione di ippoterapia e tecnologia.

Mediante la Equine Assisted Activities and Therapies (EAAT), fatta in collaborazione con centri ippici privati e con associazioni ippiche no profit negli stati di New York e della Pennsylvania, si è introdotto l’uso dell’IPad nelle sedute di ippoterapia: esso viene fornito alla famiglia del bambino, che lo userà per comunicare. Lo scopo, naturalmente, è quello di migliorare la comunicazione dei partecipanti e le capacità di espressione e di uso del linguaggio, utilizzando il cavallo come valido compagno per generare emozioni, sensazioni e sentimenti da vivere e condividere; l’IPad si inserisce come strumento che garantisce una comunicazione verbale mediata.

L’ippoterapia e l’uso della tecnologia sono metodi che possono avere successo anche singolarmente, ma il metodo Strides® le unisce in un programma della durata di otto settimane, durante le quali i progressi dei partecipanti sono palpabili. Sorprendente è il fatto che tutto ciò garantisca un’occasione, per i genitori, di vivere una comunicazione finalmente biunivoca con i loro figli, benché mediata da un IPad. 

Tutto questo consente loro anche di venire a conoscenza non solo delle esigenze basiche dei figli ma anche dei loro stati d’animo: a dimostrazione che la loro incapacità di esprimersi celi, comunque, l’avere qualcosa da condividere. La scoperta è proprio il verificare che c’è una persona (il soggetto autistico) che non aspettava altro che essere ascoltata e che, con questa nuova combinazione, viene incoraggiata a parlare.

Il fatto che i bambini autistici siano in difficoltà nel comunicare non significa che non abbiano nulla da condividere! Quante volte, a tutti noi, capita di non esprimerci per il timore di non essere compresi? Naturalmente non bisogna dimenticare che il successo del programma è interamente determinato dall’esperienza personale col cavallo: se il bambino è motivato a comunicare durante una ripresa di ippoterapia non credete che sia l’esperienza del bambino che quella dei genitori saranno un successo? Il bambino aumenterà la sicurezza in sé, imparerà nuovi modi  di comunicare e a dare riscontri del proprio vissuto.

dott.ssa Valeria Foglino
Mediatore Equestre EQUITABILE® e Blogger