Nel precedente articolo avevamo parlato del valore personale che ognuno si attribuisce e di come una disarmonica percezione dell’IO può influire sulla personalità e sulle interazioni sociali; in questa sede desideriamo toccare il tema che unisce equitazione e autostima per chiarire come il cavallo può aiutare a migliorare il rapporto con noi stessi e con l’ambiente circostante.

L’argomento non presenta grandi differenze quando si parla di soggetti caratterizzati da disabilità o meno: le argomentazioni, pur mantenendo una necessaria genericità divulgativa, presentano numerosi punti di connessione tra il mondo delle diverse abilità vere e proprie, e quello della ”normo abilità” che, pur apparentemente esente da deficit evidenti, può presentare alcune debolezze psicologico-emozionali e della sfera affettivo-relazionale che rischiano di limitare alcuni aspetti del vivere quotidiano.

Il tema riferito all’equitazione e autostima tocca aspetti certamente riconducibili alle teorie fondanti l’ippoterapia per lo sviluppo delle abilità residue e trasversali della persona disabile, ma che possono venire tranquillamente proiettati nell’approccio ragionato delle debolezze emozionali di individui disarmonici nella propria personale percezione dell’autostima.

Quando il cavallo incentiva l’autostima

Il cavallo è un essere vivente che racchiude in se una serie di simboli, immagini ed aspettative che da sempre smuovono intense emozioni in chiunque lo avvicina.

E un animale grande, che incute timore e, nello stesso tempo, attrae. La sua presenza induce ad un intimo confronto tra istintualità e ragione in chi lo approccia: inizialmente innesca quel senso di “vorrei ma non posso” che nel tempo -e con opportune esercitazioni mediate da facilitatori atti a sviluppare un vissuto esperenziale positivo ed efficace- evolve in “posso perché voglio”.

Il confronto e la relazione con il cavallo invita la persona che manifesta problemi di autostima ad un lavoro di introspezione ed al raggiungimento di una sicurezza nel gestire le differenti situazioni proposte in un clima informale, estremamente motivante e piacevole: la migliore pre-condizione per lavorare sulla costruzione di una personalità più solida attraverso l’interazione con un essere vivente non giudicante che, una volta compreso nei suoi codici comunicativi e reazioni naturali, diventa un importante facilitatore e stimolo per imparare a guardarsi dentro ed a credere maggiormente in se stessi.

Il tema “equitazione e autostima” non può prescindere da un lavoro introduttivo e particolarmente importante che consiste nelle cosiddette attività a terra: operazioni che prevedono una serie di iniziative volte alla gestione del cavallo senza montarci sopra, ovvero esercitazioni che mirano alla cura e presa in carico dell’animale.

Attraverso le attività a terra è possibile far emergere un senso di autoattivazione e propositività che aiuta la persona a migliorare la propria percezione dell’autostima personale attraverso la responsabilizzazione nel prendersi carico di un essere vivente grande ma che abbisogna di cure ed attenzioni.

E’ l’occasione per sviluppare una conoscenza reciproca ed imparare a gestire i comportamenti e le emozioni; permette di “leggere tra le righe” la comunicazione non verbale dell’animale ed imparare a comunicare in modo efficace e con i suoi codici di interazione.

Con le attività a terra è possibile sviluppare all’autoefficacia personale, ovvero facilitare quel senso di importanza che si evince quando si è determinanti per il benessere dell’altro, e quando “l’altro” è un essere così maestoso come il cavallo non si può che non essere soddisfatti e fiduciosi del proprio valore personale!

Affinché tutti questi aspetti si possano realizzare è determinante che l’incontro con il cavallo sia motivante per la persona.

Non tutti però hanno una predisposizione naturale nei confronti degli animali, o manifestano maggiore attrazione ed interesse verso altre specie (es. i “pet”, ovvero i piccoli animali): di questo è necessario tenerne conto all’atto della presa in carico della persona o verificando i suoi comportamenti e reazioni nelle prime fasi dell’incontro con il nobile animale.

In genere –e fino alla fase delle attività a terra- non si riscontrano grandi difficoltà nell’approccio ed interazione col cavallo. Questo grazie alla possibilità di gestire le esercitazioni anche a distanza ed in progressione.

Probabilmente la fase successiva (non certamente obbligatoria e non espressamente evolutiva per lo sviluppo di autostima di determinati soggetti) potrebbe vedere alcune criticità se le iniziative preliminari non sono state sviluppate con ragionata intenzionalità, secondo tempistiche commisurate all’effettiva attesa del nostro utente ed in un contesto sicuro e sereno.

Al contrario, se le esperienze fatte nel lavoro a terra sono state vissute proattivamente dal protagonista dell’intervento, l’attività in sella si rivelerà una ulteriore conferma nel superamento di paure più o meno inconsce, invitando a migliorare la personale percezione delle proprie potenzialità.

In questa fase “equitazione e autostima” possono procedere ancor più sinergicamente: l’essere in sella ad un grande ed imponente animale quale il cavallo richiama un senso di autorità, magnificenza e libertà, andando a smuovere sentimenti di autostima ed efficacia personale che certamente contribuiscono a migliorare la percezione del nostro IO.

Guidare un cavallo significa essere chiamati a ragionare a misura dell’altro, a prendere delle decisioni per il bene di entrambi, a dover imparare a gestire gli imprevisti decodificando le reazioni animali, spesso anticipandole.

Montare in sella significa guardare il mondo da un’altra prospettiva -dall’alto verso il basso- e questo non è riferito alla comune interpretazione freudiana del Super-Io: è una lettura in chiave più completa e concreta, quella del ricercare la realtà delle cose da un altro punto di vista, spogliandosi dei propri timori ed incertezze, quella opportunità che permetterà –una volta a terra- di vedersi proiettati nel nostro stesso mondo nuovo, vissuto però da un’altra prospettiva e con strumenti dell’interiorità certamente più strutturati per affrontare la realtà.

Si tratta di un percorso probabilmente lungo, fatto di fermate e ripartenze, ove si insinuano con una certa regolarità i dubbi nella persona di non essere all’altezza della situazione.

La presenza di un tecnico appositamente formato per aiutare ad affrontare proattivamente un problema riferito all’autostima certamente può aiutare a superare molti ostacoli e ad affrontare al meglio il quotidiano con un importante distinguo: di fronte ad esigenze particolarmente importanti e deficitarie bisogna sempre considerare l’attività equestre “adattata” come efficace e di supporto alla persona se inserita all’interno di un programma riabilitativo più ampio e sotto la supervisione di personale specializzato al supporto psicologico.