Abbiamo testimonianza che l’ippoterapia veniva consigliata da Ippocrate di Coo già nel 400 a.C. come rimedio per l’ansia e per l’insonnia. In Europa prese piede solo dopo la prima Guerra Mondiale, soprattutto in Scandinavia e in Inghilterra, con il cavallo che veniva adoperato per la riabilitazione dei soldati reduci dai combattimenti.

L’ippoterapia in Italia ebbe origine nel 1975 con la dottoressa Danièle Nicolas Citterio, psicologa francese che fondò l’ANIRE dando vita alla riabilitazione equestrre come forma di terapia che desse benefici nell’ambito neuromotorio e dello sviluppo delle abilità relazionali dei soggetti disabili, toccando aspetti importanti come l’autostima, la fiducia e una gratificazione incentivata dalla relazione uomo-animale.

L’ippoterapia in Italia era prevista come un sostegno alle cure tradizionali per situazioni di paralisi cerebrale infantile, autismo, sindrome di Down, disturbi del linguaggio e del comportamento, traumi gravi: quindi in generale per problemi neuro-motori e di tipo psico-motori

Le attività che l’ippoterapia in Italia prevede sono principalmente un corretto approccio al cavallo, la conduzione dell’animale, la cura della relazione col cavallo e con l’ambiente; tutto questo, ovviamente, sviluppato a seconda delle capacità e delle situazioni individuali.

I benefici dell’ippoterapia sono svariati e derivano da vari elementi e fattori, come le emozioni intense suscitate dal cavallo, animale estremamente sensibile, e quelle generate dall’ambiente stesso del maneggio che prevede occasioni di socializzazione e cooperazione ma che richiede anche il rispetto di regole di sicurezza e di norme di convivenza. Inoltre si tratta di un ambiente di per sé stimolante per via degli elementi olfattivi, visivi, sonori così caratteristici e particolari che offre. Non è da trascurare il fatto che i maneggi siano solitamente collocati in zone verdi: consentono in questo modo anche un contatto diretto con la natura anche per la loro dislocazione.

L’ippoterapia in Italia si prefigge inoltre come scopo quello di migliorare il tono muscolare, l’equilibrio, la coordinazione neuro-motoria dei praticanti. Attua anche miglioramenti funzionali psichici e motori mediante gli stimoli determinati dall’interazione uomo/cavallo sia a livello neuro-motorio che neuro-psicologico.

Nel lavoro di ippoterapia in Italia si prevede la presenza di figure di personale qualificato quali psicologi e fisioterapisti che si affiancano ai mediatori equestri e specialisti del cavallo, i quali veicolano la relazione con l’animale mettendo l’utente sempre in condizioni di sicurezza. Naturalmente anche gli animali coinvolti nella riabilitazione equestre devono essere adatti allo scopo e vanno scelti accuratamente.

Nel 1982 l’International Therapeutic Riding Congress di Amburgo ha stabilito una serie di definizioni nell’ambito della terapia col cavallo: esiste l’ippoterapia propriamente detta, che prevede un approccio prima a terra e poi sull’animale ad alta valenza riabilitativa sostenuta dal movimento passivo del passo del cavallo.

C’è la rieducazione equestre che si manifesta in termini di conduzione attiva del cavallo; c’è infine l’educazione sportiva per disabili che si ha quando si arriva a una certa autonomia del soggetto a cavallo, al punto da praticare anche attività di avviamento all’agonismo.

I limiti dell’ippoterapia in Italia sono la mancanza  di una legge che la riconosca nell’ambito del sistema sanitario nazionale, benché siano spesso gli insegnanti, i medici o le ASL stesse a suggerirla ai propri ragazzi e pazienti. Manca una legge nazionale di riferimento  e tutto ciò nonostante l’ippoterapia goda, in Italia, di un grande sviluppo sia a livello locale che di regioni singole e di enti istituzionali.

Attualmente esiste una proposta di legge che assurge a far riconoscere la pet-therapy come co-terapia che affianchi quelle codificate dal sistema sanitario nazionale. Naturalmente il fatto che in Italia non ci sia una normativa in merito all’ippoterapia rende difficile la gestione di queste attività, soprattutto in maniera coordinata con altre modalità di intervento.

Dott.ssa Valeria Foglino
Tecnico EQUITABILE® e Blogger Equestre