Chi lavora a diretto contatto con i cavalli sa benissimo quanto sia importante il loro mantenimento in perfetto stato di salute con azioni non solo preventive ma anche di tipo gestionale per garantire il più ampio margine di benessere ed una lunga aspettativa di vita lavorativa.

Nel settore della riabilitazione equestre come nelle scuole di equitazione per principianti spesso l’utilizzo di animali di una certa età (spesso purtroppo con patologie croniche) impone un maggiore impegno per mantenere in piena efficienza l’intero parco cavalli.

Non è solo l’amore che ci muove verso il nostro compagno a quattro zampe ad investire tempo e risorse nel gestirlo al meglio; vi è una oggettiva motivazione –forse fredda ma molto concreta- dettata dalle possibili conseguenze derivanti da una cattiva cura: esborsi economici particolarmente onerosi per l’intervento del veterinario e delle eventuali terapie, indisponibilità temporanea del cavallo al lavoro per permettergli la completa guarigione e la conseguente riorganizzazione del servizio per la mancanza di un “collega”…

Osservare il cavallo per valutare il suo stato di salute

Quando si entra in maneggio per iniziare le procedure preliminari alle nostre attività equestri la prima cosa da valutare è così la condizione di salute dei nostri cavalli.

Non è necessario essere dei veterinari per svolgere queste azioni: la convivenza quotidiana con il nobile animale permette di farsi “l’occhio” sulle peculiarità dei singoli soggetti presenti in scuderia e sui loro soggettivi comportamenti riferiti alle diverse situazioni e momenti della giornata.

In genere, quando si entra in scuderia si effettua un primo giro di ricognizione per osservare velocemente i cavalli e valutare se presentano comportamenti in linea con le loro singole caratteristiche; verosimilmente, essendo animali sociali e curiosi di natura, tenderanno a prestare attenzione alla nostra presenza e, se la prima attività è quella di somministrare le profende, si potrebbero rivelare particolarmente attivi –chi più, chi meno- nell’attesa della razione.

Anche i rumori sono importanti: è difficile spiegarlo a parole, ma chi passa molte ore in una scuderia è perfettamente in grado di discernere i rumori “normali” da quelli atipici che possono spaziare dal caratteristico suono della levetta del beverino quando stimolata dal cavallo per ottenere acqua (l’impianto idrico è rotto, chiuso o le condutture sono congelate) alla goccia continua di un impianto di erogazione bloccato, al frastuono di un cavallo imboxato o al rumore del continuo sdraiarsi e rotolarsi di un cavallo in colica

Quando un soggetto abituato ad avvicinarsi alla porta del box al nostro passaggio (o al recinto, se ha la fortuna di stare al paddock) non si comporta come suo solito si dovrebbe iniziare a prestare una certa attenzione, senza però trasalire in una ossessiva preoccupazione: questo è solo un possibile campanello d’allarme che non deve obbligatoriamente condurre al peggio.

Se durante l’osservazione più approfondita verifichiamo che la lettiera del box è molto disordinata e non si vedono segni di sporco (fiante) molto probabilmente è in corso una colica intestinale, uno dei grandi rischi ai quali i cavalli sono soggetti esternando attività e comportamenti ben riconoscibili.

Certe volte capita che il cavallo si muova rigidamente, con grandi difficoltà o non appoggia un arto a terra: potrebbe essere colpito da un blocco muscolare, da un crampo o da una zoppia. Il pensiero dovrebbe andare alle attività del giorno precedente, se ha galoppato troppo o su terreni duri, se è stato ferrato e potrebbe essere in corso un processo infiammatorio causato da una inchiodatura… tante possibilità ed ipotesi!

Il veterinario: il nostro primo alleato.

Non vogliamo entrare nel merito delle azioni da effettuare di fronte a questa o quella patologia: certamente l’osservazione dell’animale e dei suoi livelli basali sono un importante riferimento da comunicare al veterinario di fiducia che, valutata la situazione, provvederà a dare i primi consigli in attesa del suo arrivo.

Molto spesso le più probabili criticità che si manifestano in scuderia sono relativamente semplici da risolvere, come ad esempio il cavallo che manifesta irrequietezza per sete: il beverino è pieno dei suoi escrementi e, ovviamente non beve…

A parte queste situazioni più o meno frequenti, se il primo giro di scuderia e l’eventuale somministrazione di profende non ha evidenziato criticità, il momento successivo per una valutazione più specifica dell’animale è quello durante il quale si effettua il grooming.

In questa fase il contatto diretto e la prossimità con il cavallo permettono l’osservazione dei differenti comparti corporei del soggetto e del suo umore nella relazione; è così possibile osservare tutte quelle situazioni che solo la vicinanza permettono di saggiare con efficienza: un fettone imputridito o un ferro allentato, un inizio di micosi o una scheggia delle pareti del box sotto cute, un taglio o abrasione provocati nella notte o un gonfiore agli arti…

Le successive attività in avvicinamento al lavoro in campo (selvaggio e conduzione in maneggio) sono anch’esse importanti per l’osservazione dello stato di salute del cavallo; attività che qualunque vero professionista deve curare nei minimi dettagli per garantire un servizio sicuro all’utenza ma piacevole e nel pieno benessere per i cavalli che ha in carico.