La Sindrome di Down è una condizione di alcuni soggetti che, a causa di una specifica anomalia congenita, determina caratteristiche comuni facilmente identificabili non solo fisiche, ma anche di tipo cognitivo e spesso caratteriale.

L’immagine che tutti abbiamo in mente quando pensiamo ad un bambino Down è pressoché comune: occhi a mandorla, in genere “cicciotello” e non particolarmente alto, anomalia della conformazione del cranio (spesso schiacciato alla base) con collo corto e orecchie piccole, dita corte e “palmate” e, in genere, con una lingua particolarmente voluminosa. Generalmente la persona Down presenta una certa “flaccidità” tonico-muscolare che la rende ipotonica, quindi tendenzialmente più debole rispetto alla media.

A queste anomalie morfologiche si associa un certo ritardo nell’accrescimento psicomotorio ed un ritardo intellettivo che può spaziare dal medio al grave-gravissimo; anche il linguaggio è caratterizzato da alcune compromissioni che lo rendono spesso deficitario.
La causa è da ricercarsi nei geni che compongono il DNA della persona Down: l’aberrazione induce alla presenza di tre cromosomi 21, uno in più rispetto alla norma: si parla così di Trisomia 21 proprio per questo “terzo corpo” nella coppia 21.

Da accennare che “sindrome” indica una serie di variabili che caratterizzano una particolare “popolazione” di soggetti aventi caratteristiche simili: è un errore associarvi il concetto di malattia poiché la stessa sindrome può manifestarsi con patologie estremamente differenti tra loro!

Un bambino Down raggiunge livelli di apprendimento e competenze sicuramente in modo rallentato e non completo rispetto ai suoi coetanei normodotati; il ritardo psicomotorio va ad ostacolare la normale e globale crescita del soggetto che, oggettivamente, risulta meno efficace nell’interazione con gli altri e con l’ambiente.

Il deficit generalizzato delle abilità cognitive, associato –spesso- ad un carattere particolarmente “forte” può evidenziare alcune difficoltà nelle abilità sociali come ad esempio un comportamento impulsivo, un ridotto tempo di attenzione o difficoltà ad accettare le regole.

Non dobbiamo però pensare che tutti i Down siano tutti identici tra loro: all’interno di caratteristiche pressoché comuni è possibile individuare soggetti che presentano comportamenti, caratteristiche ed abilità agli antipodi!

Secondo un luogo comune, quando si pensa al ritardo mentale l’immagine conduce quasi sempre alla Sindrome di Down: soggetti con lievi o gravi difficoltà nel gestirsi autonomamente, che spesso “non ci arrivano” a capire quanto richiesto o che, pur apparendo particolarmente “svegli”, in certe situazioni si perdono in un bicchier d’acqua…

E’ da sottolineare che alcuni soggetti possono essere molto efficaci ed autonomi nell’affrontare le diverse situazioni della vita (alcuni hanno una vita tutto sommato normale, lavorano, utilizzano i mezzi pubblici da soli, fanno sport e hanno molti interessi). Alcuni però possono essere particolarmente compromessi e caratterizzati anche da ulteriori variabili (deficitarie) che spesso li rendono difficili da gestire e da approcciare nella relazione: ci riferiamo ad un innesto psicotico che li rende particolarmente distaccati dalla realtà e, di riflesso, molto più deboli e dipendenti dall’altro.

Non cadiamo nei luoghi comuni: ogni soggetto è a sé, e non può ridursi ad una semplice “etichetta”!

I benefici della Rieducazione Equestre nei bambini Down

All’interno di un programma globale che miri all’implementazione di nuove competenze ed allo sviluppo delle abilità residue del soggetto Down l’attività a cavallo può rivelarsi una stimolazione fondamentale e particolarmente efficace.

La relazione con il cavallo, l’apprendimento di nuove Regole, la stimolazione alla verbalizzazione, il miglioramento dell’equilibrio, oltre allo sviluppo della coordinazione sono solo alcuni degli aspetti per i quali il cavallo può essere considerato una valida scelta rieducativa per i bambini Down. Una proposta equestre consapevole, sviluppata da Tecnici specializzati e con cavalli idonei può essere molto utile nel facilitare la normalizzazione del tono muscolare ed implementare la motricità complessiva del giovane cavaliere.

Anche l’aspetto psicologico, cognitivo e relazionale può trarne grandi benefici grazie all’empatia che naturalmente si va a creare tra bambino Down e cavallo, il tutto suffragato dall’affettività che il Nobile Animale richiama e che i giovani ragazzi Down sono così predisposti a donare quando si sentono accettati.
Le attenzioni che il cavallo richiede sviluppano un senso di autostima, gratificazione personale ed efficacia, dettate dalla consapevolezza di essere di aiuto ad un essere vivente che necessita di cure (alimentazione e pulizia, ad esempio), ed in cambio si lascia montare, ricompensando così le attenzioni ricevute con il piacere di godere di attimi di pura emozione.

Attraverso l’attività mediata dal cavallo -sia essa promossa in sella o nei lavori a terra- è possibile stimolare l’attenzione, la memoria e l’area della comunicazione efficace e congrua con l’ambiente e gli interlocutori (cavallo, operatore, eventuali altri utenti…); l’apprendimento di nuove competenze specifiche al mondo equestre ma sempre generalizzabili alla vita di tutti i giorni contribuisce, insieme agli altri aspetti sopra citati, ad infondere fiducia nel bambino ed a renderlo sempre più efficace nell’affrontare le differenti situazioni della vita.

In sintesi, l’attività a cavallo può fornire importanti benefici su molti aspetti deficitari della persona Down, tra i quali:

  • Tono Muscolare: nelle attività a cavallo la muscolatura viene sollecitata direttamente negli esercizi richiesti dall’operatore ma anche indirettamente, grazie al lavoro di riequilibrio che obbligatoriamente è da svolgere nel solo montare in sella. L’esercizio fisico induce il miglioramento della circolazione e della respirazione.
  • Deficit Cognitivo: attraverso le esercitazioni programmate dal Progetto Individualizzato sulla Persona è possibile stimolare l’apprendimento compensando il ritardo mentale che accompagna le persone Down. Forme, colori, sequenzialità di azioni motorie, contare, ricordare situazioni già vissute, risolverne di nuove… tutte attività che, in un contesto ludico e mai ripetitivo, implementano le abilità intellettive e stimolano alla concentrazione.
  • Sensorialità: l’attività all’aria aperta migliora la percezione visiva ed uditiva nello spazio, attraverso concetti di vicino-lontano, forte-debole, grande-piccolo, dentro-fuori… La vicinanza del cavallo e di differenti stimolazioni ambientali stimolano altresì l’olfatto, il tatto, il gusto, per un apprendimento esperenziale globale.
  • Coordinazione Motoria: pensando alle sole attività in sella, per essere efficaci e chiari nelle richieste verso il cavallo è necessario sviluppare un buon coordinamento tra gli aiuti per ottenere la risposta desiderata da parte dell’animale.
  • Socializzazione ed integrazione: pur seguendo una rigida progressione educativa, ad un certo punto del percorso rieducativi del cavaliere si inizierà a proporre attività in sinergia con altri compagni; questo andrà ad implementare la ricerca di una comunicazione efficace suffragata dalla verbalizzazione sufficientemente matura per interagire con gli altri.

Sebbene vi siano molti punti di forza nell’ippoterapia rivolta a bambini Down è da ricordare che la presa in carico deve sempre venire confermata da opportuna valutazione di personale specializzato, dietro supervisione del medico che, dopo specifici interventi diagnostici, fornisce l’idoneità alla pratica equestre.

Molti d-istruttori di equitazione che, senza le necessarie competenze e conoscenze, si improvvisano “paladini del Sociale” proponendo attività a cavallo per soggetti disabili pensano che in fondo un giretto a cavallo non faccia male a nessuno… Purtroppo alcuni soggetti Down possono risentire di una condizione congenita e silente a carico delle vertebre cervicali che, in virtù della lassità legamentosa che caratterizza le persone Down ed a causa di un movimento sbagliato dell’animale, potrebbe rivelarsi particolarmente pericolosa.

Questo è uno dei motivi per i quali siamo convinti sostenitori che ognuno debba fare il suo lavoro e magari al meglio…