Troppo spesso si assiste nel campo equestre ad un pericoloso pressapochismo e superficialità nell’affrontare il sogno di realizzare la grande passione per il cavallo e cambiare vita.

Molti di noi, frustrati da un ritualismo professionale spesso demotivante e disillusi da irraggiungibili aspettative, vorremmo mollare tutto per iniziare a lavorare all’aria aperta credendo fortemente di poter raggiungere audaci obiettivi.

Pur essendo questi dei periodi non particolarmente floridi per intraprendere un cammino di avviamento all’impresa, soprattutto nel campo equestre, alcune iniziative possono certamente portare ad interessanti sviluppi se progettate e coordinate con oculata previsionalità.

Non è certamente la sola passione per il cavallo, magari accompagnata da anni di esperienza equestre alle spalle o essere titolare di specifiche abilitazioni tecniche o (peggio ancora) la possibilità a investire soldi, a determinare la buona riuscita di un progetto imprenditoriale, perché di questo si parla.

E’ necessario così focalizzare innanzitutto l’idea imprenditoriale, ovvero formulare un’ipotesi di business in cui sia definito:

  • cosa si vuole offrire e a chi ci si vuole rivolgere;
  • quali dovranno essere gli elementi distintivi  che determineranno il successo della nuova impresa.

E’ quindi molto differente il discorso se si desidera aprire un piccolo centro equestre a ridosso della grande città oppure ristrutturare una vecchia cascina in aperta campagna per fare agriturismo; è altrettanto differente il percorso di realizzazione di una realtà sportiva rivolta al turismo equestre oppure indirizzata all’area dell’agonismo.

Se poi ci orientiamo verso le attività nel campo sociale (come l’Equitazione Integrata®, l’ippoterapia o attività didattiche rivolte ai più piccoli) o una normale scuola di equitazione di base di tipo amatoriale, le cose si complicano ulteriormente…

Una valida idea imprenditoriale deve avere l’obiettivo di risolvere un bisogno avvertito da un certo numero di soggetti in una determinata area geografica, attraverso l’offerta di prodotti o servizi che possano rivelarsi in linea con le aspettative del pubblico: una buona idea dunque, nasce spesso da un attento esame dell’ambiente circostante e da una certa capacità di anticipare, i bisogni espressi o non ancora percepiti, offrendo soluzioni in grado di dare valide risposte.

Più in particolare, per essere di successo, un’iniziativa imprenditoriale deve presentare caratteristiche determinanti e chiare sin dall’inizio:

  • essere innovativa: in grado di differenziarsi da ciò che è già presente sul mercato;
  • essere attrattiva: deve avere insito un proprio potenziale di fruitori disposti ad acquistare i servizi proposti;
  • essere competitiva, e quindi sostenuta da valide scelte strategiche che possano definirne le modalità di sviluppo;
  • essere perseguibile: in grado di essere condotta e gestita adeguatamente con le risorse (economiche ed umane) che si ha a disposizione;
  • avere un potenziale di redditività, che possa offrire una congrua remunerazione consentire la continuità dell’impresa nel tempo.

Mi capita con una certa frequenza di ascoltare buoni propositi ed idee che sono al limite del sogno: molto idealizzate (spesso per una mancanza di conoscenza nella gestione operativa di un centro e di tutti quegli aspetti che contribuiscono allo sviluppo di un sodalizio sportivo) e troppo poco sostenute da una previsionalità realisticamente oggettiva.

La stesura di un business plan parte proprio da queste basi: definire gli obiettivi di un’offerta all’interno di un più ampio progetto imprenditoriale, senza dimenticarsi che l’erogazione di servizi, a maggior ragione quelli rivolti alle persone, non è semplice, ed è sbagliato sottovalutare l’impegno necessario a progettarli e gestirli.

 

Un grande dilemma: fornire un servizio “generalista” ed omnicomprensivo, dove il rischio di promuovere troppi settori (monta inglese ed americana, agonismo e turismo equestre, pensionamento cavalli, allevamento, addestramento, sede di corsi di formazione…), rivolgendosi ad un pubblico troppo variegato potrebbe evidenziare una serie di problematicità oppure concentrarsi in un servizio di nicchia dove, con una certa selettività preventiva, si possa in un qualche modo ridimensionare il  tipo di offerta per adattarla alle reali forze che possono esser messe in campo?

Forse tra le righe della domanda tendenziosa si trova già una possibile risposta…

Ovviamente non si vuole pretendere di fornire risposte esaustive, anche perché la buona riuscita di un’iniziativa imprenditoriale in genere è la risultante di una serie concatenata di fattori interni all’organizzazione ed esterni (il territorio, il momento storico, le aspettative ed i bisogni del pubblico…), certo è che sempre più spesso le attività di nicchia e specializzate in particolari proposte danno risultati particolarmente apprezzabili in relazione agli investimenti effettuati.

Qualunque sia l’idea da sviluppare per creare una nuova attività, la parola chiave per il successo è “innovazione”: innovare non significa inventare ma dare una nuova prospettiva di offerta partendo dalla conoscenza approfondita dei bisogni dei propri clienti e dalla percezione di un cambiamento nel proprio ambiente.

Poniamo il caso che si abbia già le idee chiare sull’idea imprenditoriale e che si siano individuati i potenziali destinatari dei servizi che si vorrà offrire; consideriamo anche che si sia già delimitata l’area geografica in cui si potrebbero sviluppare: ci sono davvero chiare le caratteristiche delle persone e dell’ambiente in cui andremo a operare?

In campo equestre esistono una serie di facilitazioni, soprattutto sul fronte fiscale e gestionale che indicano la via nel dar vita ad una associazione sportiva, meglio se dilettantistica (quindi iscritta al Registro CONI ed affiliata ad un Ente di Promozione Sportiva o Federazione Sportiva Nazionale). Ma questa è solamente la forma, il contenitore formale nel quale si può sviluppare la nascita di un sodalizio sportivo.

Per promuovere l’Equitazione Integrata®, la rieducazione equestre o l’ippoterapia può, a volte, essere sufficiente come punto di partenza individuare uno o più centri ippici per poter realizzare le proprie iniziative (e sempre dietro convenzione con il centro ospitante) ed utilizzarli come sedi operative d’appoggio senza avere una sede fisica (maneggio) di proprietà, ma per sviluppare un percorso imprenditoriale più completo è necessario prevedere la piena disponibilità di una sede di proprietà o in affitto/gestione (maneggio, vecchia struttura da riqualificare ed adattare) da gestire in piena autonomia.

Questa seconda ipotesi, si prevede sicuramente un maggior sforzo economico ed organizzativo nello start-up del centro stesso; in questo caso si rivela ancor più importante (se non vitale), definire a priori una pianificazione del progetto in modo molto più dettagliato, che possa ridurre sensibilmente il rischio d’impresa.

Qualunque sia l’idea imprenditoriale, è necessario definirne gli aspetti fondamentali attraverso una specifica ricerca di mercato che possa analizzare il potenziale di mercato attraverso la segmentazione del target di utenza, la valutazione dell’eventuale concorrenza e molto altro ancora…

Lo sviluppo di un business plan vero e proprio (per definire la strategia operativa soprattutto per prevedere l’ammortamento degli investimenti in relazione ai possibili sviluppi dell’iniziativa sul fronte della risposta dei futuri clienti-fruitori) è il passo successivo che definirà aspetti pratici ed operativi atti alla valutazione dell’aspetto economico finanziario.

Non è questo un lavoro semplice, ma investendo il giusto tempo e denaro (per eventuali consulenti) in questo studio preliminare, si potranno definire aspetti importantissimi per la realizzazione di un sogno che, se avrà i giusti fondamenti, potrà dare grandi soddisfazioni e finalmente, permettere la realizzazione di una grande passione: quella per i cavalli e l’equitazione!