Il vasto e complicato argomento delle coliche del cavallo lo iniziamo definendo innanzitutto di cosa si tratta: manifestazioni acute di un dolore in sede addominale di origine intestinale.

Il dolore colico di solito acuto, a volte più sordo e protratto nel tempo, è lo specchio di un’alterazione nella funzionalità dell’intestino. Si è potuto registrare un aumento dei casi di colica nei periodi di cambio di stagione, in particolar modo in primavera.

La causa è da ricercarsi in una peculiarità del cavallo chiamata meteoropatia, ossia una estrema sensibilità alle variazioni barometriche. L’importanza di questo stato patologico, oltre alla sua drammaticità, è dato dall’estremo pericolo per la vita del soggetto, infatti è la principale causa di morte per i cavalli.

Esistono molteplici forme di colica, in tutte però si riconoscono dei segni inequivocabili. Il cavallo non mangia, raspa, si guarda i fianchi, a volte scalcia, appare agitato e suda, si sdraia ripetutamente e si rotola, assume la posizione della minzione o della defecazione senza però riuscirvi. L’entità del dolore è molto variabile, si distinguono tre gradi di intensità dolorifica:

  • Lieve: il cavallo raspa leggermente, occasionalmente si guarda i fianchi, cerca di stirarsi o cammina in cerchio, non mangia. La sudorazione può anche mancare.
  • Media: il cavallo raspa decisamente, si guarda l’addome, si guarda i fianchi con insistenza, si sdraia e rimane sdraiato per alcuni momenti. Sudorazione presente.
  • Grave: picchia forte i piedi a terra, scalcia violentemente, si butta letteralmente a terra, si rotola. La sudorazione e la dilatazione delle narici sono estremamente evidenti.

Da notare che non sempre il comportamento dell’animale è identico: questi comportamenti sono indicativi e sempre da riferirsi al carattere ed alla storia del singolo soggetto; alcuni sono estremamente sensibili e leggeri dolori mentre altri hanno una soglia del dolore più alta. Alcuni, ad esempio, attuano comportamenti molto divergenti da quanto elencato sopra: tutte queste valutazioni devono sempre venir sostenute da una visita veterinaria.
Nel corso dell’attacco dolorifico si manifesta un aumento della frequenza respiratoria e cardiaca, la cui intensità è proporzionale al dolore; questo non è però sempre correlato alla gravità clinica ma al livello di percezione dell’animale.

Esistono infatti forme estremamente dolorose ma di agevole risoluzione e di casi di dolorabilità minima che sono però causati da alterazioni che richiedono un intervento chirurgico. I rumori addominali legati alla peristalsi intestinale possono risultare diminuiti, scomparsi o addirittura aumentati a seconda dei casi. A livello fisico ritroviamo anche un fenomeno di disidratazione causato parzialmente dalla sudorazione, ma soprattutto da un meccanismo che sequestra i liquidi corporei per dirottarli verso il lume intestinale.

La colica causa degli spasmi intestinali diffusi, tali da provocare la costrizione dello sfintere della vescica, ragion per cui il cavallo tenta di urinare senza esito. Questo atteggiamento non va quindi confuso con difficoltà meccaniche di urinare legate all’apparato urinario, che presentano sintomi completamente diversi.

Non somministrare quindi MAI diuretici senza il nulla osta del veterinario!

Esistono veri modi per classificare le coliche e, nello specifico, per tipologia possiamo stabilire le seguenti:

  1. spastica o spasmodica: più frequente nei cavalli giovani e nervosi è caratterizzata da un aumento della peristalsi con violente contrazioni spastiche dell’intestino; risulta molto dolorosa con picchi di dolore acuto;
  2. gassosa: caratterizzata da iperfermentazione del materiale alimentare soprattutto nelle regioni del colon e del cieco; la conseguenza determina una eccessiva produzione di gas che distende le anse intestinali (molto dolorosa). Da menzionare che anche il ticchio d’appoggio o l’aerofagia può portare a questo tipo di patologia associata come alla dilatazione gastrica (accumulo di aria nello stomaco);
  3. da costipazione: caratterizzata da un accumulo di materiale alimentare nell’intestino, soprattutto colon (più frequente) e del cieco, con conseguente difficoltà di evacuazione. Non risulta in genere molto dolorosa e spesso è causata dall’ingestione di alimenti asciutti (mangime pellettato)e da una ridotta assunzione di acqua;
  4. da torsione: molto grave e dolorosa, spesso letale, caratterizzata dalla torsione di un segmento intestinale lungo il suo asse longitudinale; è una forma chirurgica che solo con questo trattamento può avere una risoluzione in positivo. In questa area menzioniamo anche le varie forme di dislocazione (di colon e cieco) anch’esse di risoluzione chirurgica;
  5. da invaginamento: anch’essa molto grave, dolorosa e spesso letale, è caratterizzata dall’invaginamento di un segmento intestinale con quello imediatamente prominente (similarmente alla chiusura del monocolo);
  6. tromboembolica: molto grave e spesso letale, causata dalla migrazione delle larve di parassiti intestinali attraverso i vasi mesenterici con conseguente trombosi degli stessi e necrosi del tratto intestinale interessato. Determinante la profilassi delle sverminazioni!!

Come abbiamo visto, esistono molteplici tipologie di coliche, e purtroppo l’una può essere innescata dall’altra ed esserne la complicazione o la conseguenza. Non va dimenticato che l’intestino continua a muoversi, spesso in modo spasmodico ed incontrollato. Per tutti questi motivi non esiste un rimedio unico ed infallibile per le coliche, ma ogni caso richiede un approccio individuale al fine di ottenere in migliore risultato.

Un leggero passeggio a mano può portare beneficio in forme blande ed inoltre impedisce al cavallo forme di autotraumatismo contro le pareti del box durante l’acceso dolorifico. A questo proposito va ricordato che il semplice fatto di rotolarsi non innesca assolutamente una eventuale torsione.

È sempre necessario contattare il veterinario per illustrare la situazione nella maniera più esaustiva e solo dietro sua esplicita conferma è possibile somministrare un antidolorifico (di pirone o novalgina 25cc).

Il noto adagio secondo il quale è meglio prevenire che curare, meravigliosamente si adatta alle coliche equine, purtroppo non esiste una profilassi vera e propria, ma vi sono comunque alcune precauzioni che possono diminuirne la frequenza.

  • Profilassi antiparassitaria: fondamentale per diminuire il più possibile la carica parassitaria dell’intestino, il vermifugo dovrebbe essere somministrato ogni 3 mesi circa, secondo un piano di trattamento che tenga conto delle condizioni di vita del cavallo, delle caratteristiche del territorio e della stagione;
  • Razionamento: l’alimentazione deve essere equilibrata in qualità e quantità (rapporto fibre/proteine a favore della prima) meglio se somministrato in più pasti giornalieri ( almeno 3 fino a 5) con accurata regolarità il funzione del dispendio energetico. La somministrazione di concentrati non deve mai precedere o seguire ad una attività fisica di rilievo. Il cavallo deve sempre disporre di acqua fresca da bere. Pur senza una evidenza scientifica un pastone leggermente lassativo, somministrato una volta alla settimana (lunedì di chiusura dei maneggi) contribuisce ad un regolare funzionamento dell’intestino;
  • Controllo quotidiano della quantità e della consistenza delle feci prodotte. Attenzione continua alla presenza di elementi estranei nel fieno, nei concentrati e nella lettiera;
  • Denti: vanno controllati periodicamente (ogni 6 mesi circa) ed in caso di bisogno pareggiati;
  • Esercizio: deve essere quotidiano, adatto alle capacità dell’animale, con fasi di addestramento e lavoro progressivi. Il caso classico di colica è quello del cavallo che per diversi giorni non è uscito dal box;
  • Disidratazione.
  • Farmaci: attenzione alla somministrazione prolungata di farmaci che possono causare effetti tossici a carico del tratto intestinale: consultare sempre il veterinario.

Mai  improvvisarsi veterinari: se a seguito dei trattamenti iniziali non vi è una completa risoluzione del fenomeno colico, non procedete ad ulteriori cure di vostra iniziativa ma fate intervenire il veterinario.