Quante volte capita di sentire persone che desiderano cambiare vita e lasciare un impiego ritenuto ormai monotono e privo di stimoli per cimentarsi in una nuova attività più appassionante?

Il sogno di mollare tutto e intraprendere un lavoro con i cavalli è molto più frequente di quanto ci si immagini; certo, spaventa quell’incognita al cambiamento -soprattutto se interessati ad una attività così imprevedibile come quella dei servizi ricreativi e del tempo libero- ma in molte situazioni quotidiane si raggiunge una saturazione talmente forte da spingere alla ricerca di un lavoro non tanto per aspirare a più lauti introiti quanto per guadagnare in benessere.

I più giovani, coloro che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro, consapevoli delle difficoltà nel trovare un impiego spesso puntano a cercare collaborazioni o inventarsi un nuovo lavoro in quei contesti dove dimostrano una certa predisposizione o che sono alla base delle loro passioni. Molti praticanti l’equitazione o semplici appassionati di cavalli iniziano così a fare esperienze nei maneggi accettando le mansioni più differenti, iniziando quella gavetta che, probabilmente non garantirà loro un lavoro per tutta la vita, ma certamente si rivelerà estremamente formativa ed utile.

Il punto di partenza è spesso individuabile in una esperienza stagionale per i più giovani o nei week-end o nelle ore libere serali per gli altri: ci si rende conto che la passione per il cavallo può fare un salto di qualità e progressivamente ci si ritrova a collaborare con un centro ippico o ci si butta nell’impresa magari acquistando un rustico per aprire un agriturismo o un proprio maneggio.

La sola passione e volontà di cambiamento non sono sufficienti per lavorare con i cavalli: è fondamentale una preparazione di fondo, l’ottenimento di titoli o brevetti per esercitare una professione equestre e tanta, tanta esperienza e voglia di impegnarsi.

E’ un ambiente strano il mondo dei cavalli, dove è facile incappare in “pirati” o faccendieri senza scrupoli, personaggi che promettono mari e monti e poi non mantengono (o non pagano); è un mondo fatto anche di brava gente, persone che, professionisti e reali “uomini di cavalli”, magari un po’ ruvidi ma estremamente di cuore, accolgono un giovane e lo mettono in condizione di acquisire reali competenze, al di la dei formali riconoscimenti di corsi più o meno seri proposti dal mercato della formazione.

Molti però puntano a lavori dal forte impatto, probabilmente in virtù dell’immagine associata a certe attività: si desidera così diventare istruttori di equitazione (espressamente di discipline agonistiche), gestori di maneggio, cavalieri professionisti… Meno quotate le altre professioni, quelle più basilari ma che possono dare altrettante soddisfazioni come quella del maniscalco, dell’istruttore di base o pony, dell’accompagnatore di turismo equestre o dell’operatore di rieducazione equestre per disabili.

Caso a parte quello dell’uomo di scuderia o palafreniere che, nella nostra cultura tipicamente italica, è ritenuto poco dignitoso, a meno che non si entri nel circuito agonistico dove il groom (spesso un cavaliere di talento che non è riuscito a fare “il grande salto”) assume un ruolo certamente dignitoso, appassionante, di valore, che permette una continuità nella partecipazione nel mondo delle gare con un ruolo chiave se non da protagonista.

Lavorare con i cavalli non è affatto semplice. Non esistono orari, feste comandate o adeguati ritorni economici: chi desidera intraprendere una professione equestre lo fa certamente perché spinto da una forte passione e nella consapevolezza che si tratta molto spesso di collaborazioni temporanee o concentrate in alcuni momenti della giornata o della settimana.

Non deve però spaventare questo spaccato di realtà perché è in linea con le dinamiche di molti altri lavori ritenuti più “normali” rispetto al nostro. L’unica certezza che deve accompagnare chi desidera lavorare con i cavalli è quella di fare una cosa che piace e che fa stare bene: è questo il punto di partenza per migliorare la propria personale condizione umana e professionale.