Che il cavallo abbia da sempre accompagnato l’uomo nelle attività più diverse, in tempo di pace ed in guerra, nei trasporti e nei lavori di tutti i giorni, và da se che nel tempo ha anche determinato azioni di miglioramento psicofisico nelle persone.

Il problema però riguarda la terminologia che troppo spesso vediamo utilizzata, spesso in modalità impropria, alcune volte forviante: ippoterapia… riabilitazione equestre… rieducazione equestre, pre-sport… sport….

Il 1982 ha dettato un chiarimento determinante negli ambiti di azione di tali contesti grazie al Congresso Internazionale che si è svolto ad Amburgo.

In quella sede, alla presenza di numerose autorità indiscusse nel campo, sono state delineate tre fasi attraverso le quali si articola l’attività di Riabilitazione Equestre:

– Ippoterapia;
– Rieducazione attraverso l’Equitazione ed il Volteggio;
– Equitazione Presportiva.

Ippoterapia:

Per un’efficace rieducazione posturale-propriocettiva, si sfruttano le qualità dinamiche del cavallo al passo utilizzato senza sella.

Rieducazione Equestre:

In questa fase si utilizzano sia la sella che le redini e la persona viene avviata alla conduzione autonoma del cavallo, tramite cui perseguire obiettivi rieducativi cognitivo-prassici.

Volteggio:

È rivolto soprattutto a soggetti con problemi cognitivi e comportamentali; si propone di migliorare il rispetto delle regole, le sequenze spazio-temporali e la collaborazione nel gruppo.

Presportiva:

È rivolta a soggetti che, avendo acquisito autonomia col cavallo, sono in grado di interagire col gruppo. Le finalità sono principalmente di tipo cognitivo e relazionale.

Un sunto che chiarisce in modo completo questi ambiti di intervento è presentato quì di seguito:


RIABILITAZIONE E SPORT


Riabilitazione Equestre


Sport equestre per disabili

utente

paziente

atleta

figura professionale

équipe medico riabilitativa

istruttore

obiettivi

miglioramento funzioni adattive con verifica dei risultati

miglioramento gesto sportivo per agonismo e svago

tempistica

inizio (dai 18 mesi) a termine del trattamento

dai 5-6 anni in poi senza limiti temporali

E l’Equitazione Agonistica?

Ovviamente esiste anche l’aspetto sportivo vero e proprio (non contemplato espressamente in quella sede istituzionale), ivi compreso l’agonismo (indicato solamente a coloro con problematiche motorie e sensoriali poichè la persona debole intellettivamente potrebbe vivere questo tipo di esperienza in modo destabilizzante).

E’ ben chiaro quindi quanto siano troppo spesso utilizzati in modo alquanto semplicistico – se non forviante- questi termini estremamente importanti, soprattutto sul fronte etico-morale, in quanto in Italia non esiste un riconoscimento ufficiale a carattere sanitario di tali pratiche riabilitative, con il rischio di far credere capacità professionali al limite dell’usurpazione di titolo…

Se è vero che l’attività sportiva può essere considerata come “evoluzione della terapia”, l’aspetto educativo ad essa associato va certamente a completare una sfera estremanete importante e di grande potenzialità quale il ben-essere associato alle attività ricreative all’aria aperta.

In questi ambiti di intervento rientrano tutti gli operatori tecnici che, per differenti provenienze rispetto ai terapisti e medici, propongono attività di carattere sportivo educative; gli stessi operatori EQUITABILE® lavorano in questo ambito di intervento senza presunzioni riabilitative. Alcuni di questi tecnici, in possesso dei necessari requisiti di formazione ed esperienza specifica, propongono anche attività di carattere riabilitativo in seno al Movimento stesso ed a pieno titolo.

E’ però da annotare che recentemente sono state pubblicate da parte del Ministero della Salute le Linee Guida sugli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA) per le quali (indicazioni, raccomandazioni, indirizzo al quale tendere, ma non certo Leggi dello Stato) è evidente che non si applicano al contesto sportivo-agonistico all’interno del quale opera il nostro Movimento.