Solitamente quando si parla di equitazione il pensiero va ad attività “di nicchia”, rivolte ad un ridotto e selezionatissimo gruppo sociale: persone ricche, spesso snob, che si ritrovano in luoghi di tendenza per passare il tempo “coccolati” nel dolce lusso dell’appartenenza sociale.

E’ pur vero che il cavallo e l’equitazione sono da sempre il simbolo dello status di classi particolarmente agiate, tanto è che sin dall’antica Roma solo alcuni potevano diventare “equites” per censo e grazie alle disponibilità economiche nel mantenimento della propria cavalcatura, gli altri… a piedi!

Per fortuna attualmente non è più così, sebbene esistano certamente sport più economici!

Se in alcuni centri ippici, soprattutto in prossimità delle grandi aree metropolitane, è ancora facile imbattersi in queste realtà dove un po’ tutti hanno “la puzza sotto il naso”, la maggioranza dei maneggi presenti sul nostro territorio si propongono al pubblico in veste molto più aperta, spartana ed alternativa, diremmo con un taglio più moderno, spesso cavalcando le grandi potenzialità equestri del Belpaese: l’ambiente ed il turismo.

La pressoché totalità dei maneggi ha una gestione a carattere familiare o micro imprenditoriale dove i rapporti interpersonali ed il senso di fiducia verso l’istruttore o gestore rendono piacevoli i momenti di relax dei singoli soci e praticanti. All’interno del cosiddetto Progetto Imprenditoriale di un centro equestre, ulteriore elemento aggregante è la capacità di proporre iniziative atte allo sviluppo del senso di appartenenza al sodalizio associativo: alcuni giustamente si riconoscono nell’agonismo, altri (la maggioranza) vivono il cavallo e l’equitazione sotto l’aspetto più olistico e ricreativo, turismo equestre in primis.

Molti centri equestri particolarmente sensibili al Sociale sviluppano una fitta rete di collaborazioni con il tessuto locale, spesso proponendo la tradizionale ippoterapia per i disabili oppure attività didattiche rivolte alle scuole dell’obbligo presenti sul territorio.

Vi sono ambiti di intervento particolarmente inesplorati e ricchi di potenzialità educativa, preventiva e socializzante come la mediazione culturale e le iniziative ludico – ricreative rivolte ai giovani a rischio di emarginazione o devianza.

Ci riferiamo ai Centri di Aggregazione Giovanile (C.A.G.), luoghi polifunzionali di incontro ed intrattenimento dall’ampia valenza educativa e socializzante riservati ai giovani, in cui essi possano sviluppare un’ampia gamma di competenze in attività creative, culturali, ludiche finalizzate a favorire il protagonismo giovanile stimolando il processo di costruzione dell’identità sociale.

Attività esterne come lo sviluppo di progetti di Equitazione Integrata, possono diventare a pieno titolo uno dei tanti “laboratori a tema” del C.A.G. stesso, dove il valore alle relazioni educatori-minori può favorire la socializzazione attraverso le attività di educazione informale che possono venire espresse attraverso la mediazione del cavallo; in questo senso molti educatori si avvicinano alle proposte formative di EQUITABILE® proprio grazie al desiderio di comprendere appieno il valore aggiunto che il nostro contesto può imprimere in questi specifici progetti educativi.

Alcune specialità equestri sono particolarmente adatte a questo scopo, come il volteggio ad esempio, anche se la tradizionale equitazione di base può adattarsi molto bene al raggiungimento di molti obiettivi educativi per questa tipologia di utenza.

Tutti gli adolescenti in quel particolare momento della loro esperienza di vita sono chiamati ad un confronto con l’altro attraverso il superamento delle normali tappe dello sviluppo legate alla pubertà ed ai cambiamenti fisico – pulsionali connessi, all’ampliarsi dell’area cognitiva degli interessi e delle competenze.

Una delle criticità che spesso l’educatore è chiamato ad affrontare è relativa all’implementazione di personalità disarmoniche, minate da paure ed  insicurezze che possono sfociare in comportamenti eccessivi ed antisociali, come ad esempio il bullismo.

Il cavallo e l’equitazione integrata (a questo punto si potrebbe parlare anche di equitazione normale, ma il termine “integrata” intende una progettualità educativa che resta preponderante ad integrazione dell’aspetto puramente ricreativo che l’equitazione suggerisce) possono essere di supporto a queste esigenze grazie alla naturale predisposizione dell’animale nel “bilanciare l’immagine di sé” ed i relativi comportamenti.

Nell’incontro tra cavallo e cavaliere si delineano infatti dinamiche emotive intimamente personali, generalmente in perenne contrasto tra loro: se da un lato il nobile animale richiama fantasie ancestrali che conducono a ideali di libertà e forza, dall’altro il cavalcare ha spesso a che vedere con tematiche di Sé grandioso alcune volte non così reale…
Molti giovani si ritrovano attaccati ad un’immagine di falso Sé grandioso, generalmente perché hanno molta paura di ritrovarsi socialmente ridotti ad un Sé meschino.

Al contrario si può avere difficoltà a proiettarsi nel proprio Sé grandioso, soprattutto se percepiti dal resto del mondo (e le famiglie sono il primo elemento del “resto del mondo”) come non importanti o inutili.

Ogni situazione soggettivamente immaginaria si deve prima o poi confrontare con la realtà, dove l’immagine è inevitabilmente soggetta a verifica positiva o negativa che sia ma può anche venire convogliata per sviluppare le potenzialità latenti attraverso il superamento delle piccole o grandi difficoltà che l’attività impone; la mediazione dell’educatore – tecnico diventa a questo punto elemento essenziale per sviluppare l’empowerment del praticante.

Il cavallo e le attività mediate in campo equestre possono diventare così un valido strumento di polarizzazione affettivo – emozionale, di sviluppo di competenze trasversali per stimolare il gruppo ad amalgamarsi attraverso un’iniziativa sinergica.
Nelle nostre esperienze con giovani “a rischio”, la possibilità di bilanciare proposte equestri che possano “scaricare” le loro inesauribili energie (molti giochi dinamici di velocità da terra e sul cavallo ad esempio, ma anche lavori di forza come l’aiuto nello scaricare ballette di fieno o truciolo) con laboratori che prevedono attenzione, perizia ed impegno cognitivo ha visto nel tempo il raggiungimento di importanti obiettivi sul fronte della responsabilizzazione, del rispetto delle regole e dell’altro (persona o animale) ma soprattutto nello sviluppo di un
protagonismo consapevole finalizato al pieno benessere.