Lo abbiamo detto tante volte: una parola fondante del nostro operare è flessibilità. Essere flessibili nel precariato che il quadro del lavoro presente ci propone significa mettere in gioco fino in fondo le “abilità diverse” di molti, per concretizzare nel nostro caso un progetto di chiara valenza istituzionale e sociale.
La provincia di Matera, nella persona del Dott. Stella Suo Presidente, grazie alla cooperazione stretta con l’Agenzia Provinciale per l’Istruzione e la Formazione Professionale “Ageforma” e grazie ad una idea della Cooperativa “Fratello Sole”, con diverse sedi in Puglia e Basilicata, ha proposto per i propri assistiti in recupero da tossicodipendenze un iter formativo di prim’ordine, per il quale Tina Petrera, Operatore Superiore EQUITABILE® e Anna Chironna, Assistente di Equitazione Integrata EQUITABILE® ed Educatrice Professionale, sono state contattate con incarico di docenza, diplomando a tutti gli effetti 15 Assistenti Volontari.
Abbiamo scoperto cosa vuol dire essere calati in una programmazione assistenziale all’avanguardia in tutta Italia, approfondendo insieme a psicologi e operatori e insieme al dottor Milonis, acuto osservatore, prezioso compagno di studi nonché affabilissima persona, cosa vuol dire seguire i ragazzi con un progetto formativo che si basa sulla “doppia diagnosi”.
Ci siamo lasciati modellare nel nostro modo di insegnare e di porci, scoprendo nuove e sicure frontiere in cui l’Equitazione Integrata può porre il suo essere.
Abbiamo integrato, con le forze di tutti, un vero gruppo di lavoro interspecie, mettendo a confronto, grazie al Ranch “La Madonnina” sito in Borgo La Martella, Quarter Horses, asini di diverse specie e persone di diversissimo calibro.
Personalmente ringrazio il territorio della Basilicata dalle mille e mille silenti risorse, dove si possono vedere e incontrare, prima delle Istituzioni e degli incarichi pubblici, le PERSONE. E’ raro di questi tempi. Questo fa una differenza che resta e che non può essere destinata ad altro che a crescere.
EQUITABILE® c’era.
Tina Petrera
Operatrice Superiore di Equitazione Integrata® EQUITABILE®
Carissimo Roberto, sono pienamente convinta che tutto ciò che riguarda il vostro impegno nel sociale , sia di una enorme importanza perchè con il vostro lavoro ed il vostro impegno riuscite a dare molto anche a chi è in difficoltà per diversi motivi.
Riuscite, in modo egregio, a coinvolgere in questo, anche gli altri…
Vorrei poter dare anche il mio, di contributo, ma mi sento ancora molto “lontana”… Posso solo dirvi, con tutto il cuore,,,”FORZA” abbiamo tutti bisogno di persone come voi!!!
I sogni se li insegui si realizzano!!!
Bravissimi tutti :=)))
Caro Roberto,
intanto il’caro’ perchè spesso ti presenti nella mia casella di posta
elettronica e dunque mi pare di conoscerti.
Intanto complimenti per quello che (tu e colleghi) hai realizzato.
Sono uno psicologo attivo nelle attività (nell’ampia accezione di
ricreazione-sport-riabilitazione) equestri per disabili da dieci anni circa.
Mi piace la tua impostazione e la ‘rilettura’ teorico pratica della “res
equestre” in una equitazione integrata. Soprattutto apprezzo lo sforzo di
semplificazione (nel senso buono!), divulgazione e applicazione in campi
anche relativamente nuovi come,per esempio, l’esperienza che ci riporti
con ragazzi con problemi di abuso di sostanze psicotrope.
Mi piacerebbe collaborare con voi in progetti di studio-approfondimento
dell’ambiente equestre così vasto ed ancora, per fortuna, misterioso.
Un mio amico una volta mi disse..” attento i cavalli sono una malattia!!…”
e per me, psicologo, l’Equitazione è diventata una doppia malattia: il “mio”
cavallo che diventa “nostro” quando, da coterapeuta, traghetta me e gli
altri in uno stato di miglior benessere!!
Spero ci si possano scambiare idee e spunti per ‘navigare’…
Ciao
Fabrizio
Ciao e beato te che riesci ad avere tempo x mettere in pratica e diffondere sempre nuove idee. Come sempre ti faccio i miei complimenti e spero in un futuro prossimo di imitarti,come ben sai sto cercando di diffondere questa nuova cultura dell’ippoterapia ( che ippoterapia non è ), molti genitori pazienti ed anche accompagnatrici sono interessati,alcuni mi chiedono di voler diventare operatori, spero di riuscire a cambiare un pò la mentalità di tutti che in questa pratica c’è molto divertimento – benessere x gli utenti, che non ci sono miracoli x i genitori e, molto sacrificio,tempo e denaro x operatori assistenti e terapisti che credono in questa nuova frontiera del cavallo. Ciao e a presto
Complimenti per il tuo lavoro sociale e solidale con persone in difficolta’, condivido pienamente il magico legame che si puo’ creare tra uomo e cavallo perche’ ha colpito e affascinato anche me.
Un saluto con simpatia.
Paolo
Ciao Tina, leggo con immenso piacere questo tuo articolo che testimonia in modo inequivocabile come il cavallo e l’inclusione sociale siano un binomio e una proposta validissima e dalle potenzialità educative e riabilitative (non della “malattia” ma della persona) anche quando viene indirizzata verso realtà di recupero considerate spesso scomode, troppo problematiche o al di fuori dei contesti tardizionali.
Credo che questo progetto presentato nell’ambito dei disagi e disturbi da dipendenze e realizzato unendo competenze e professionalità diverse ha permesso di gettare le basi non solo per una reale opportunità di reinserimento sociale per alcuni di questi ragazzi e persone in cerca di riscatto, ma sopratutto ha fatto vivere loro in prima persona un esperienza di vita e di relazione (umana e zooantropologica) “diversa” rispetto al vissuto dei rigidi muri di una coercizione terapeutica sì necessaria, ma strutturata fondamentalmente sulle regole.
La possibilità di creare relazioni ed esperienze valide al di fuori del contesto di una comunità terapeutica è una delle chiavi di lettura della validità delle comunità stesse e delle possibilità di recupero offerte alle persone soggette a dipendenze.
Se la dipendenza da sostanze è solo l’epilogo drammatico, personale e sociale di una frattura nel percorso educativo e formativo dei ragazzi in primis, ma anche di qualsiasi altra persona, il corso di equitazione Integrata che è stato proposto in Basilicata ha aperto la strada per nuove e concrete esperienze educative nell’ambito delle relazioni d’aiuto rivolte alle persone affaette da dipendenze, perchè credo con convinzione che i cavalli possono essere un mediatore relazionale straordinario per uscire dal buio tunnel in cui si trovano queste persone, proprio grazie al rapporto affettivo e di scambio che si crea con chi si prende cura di loro. Persone alla deriva che sentono dentro di non contare più niemte per nessuno perchè più volte hanno sbagliato e sbattuto la testa contro il muro, ma che miracolosamente se messi a fianco di una cavallo seppur muto e silenzioso, riescono a comprendere quanto questo abbia bisogno di loro per essere pulito, accudito, per fargli i box, per dargli da mangiare, per assisterlo quando sta male; ritrovarsi da una condizione di fargilità personale a riflettere sull’importanza di come la vita di questo animale dipenda completamente da loro, ha dato a ciascuno il motivo per continuare a sperare, cioè essere improvvisamente diventati necessari per qualcuno.
Cito l’esperienza di Muccioli con San Patrignano che è stato uno dei primi a rendersi conto che c’era qualcosa al di là del rapporto muto tra l’uomno e il cavallo perchè ne rimaneva affascinato ogni qualvolta vedeva i suoi ragazzi (rovinati dalla vita e che ne avevano passate di tutti i colori) che a contatto con questo animale riassumevano un certo grado di umiltà e tenerezza.
Tutti questi ragazzi hanno bisogno di stimoli, hanno bisogno di agganci per poter motivare il loro percorso di ritoprno alla vita, e al pari della fondamentale necessità di relazione d’aiuto e del contatto umano ricevuto all’interno della comunità, mi sbilancio nel dire che un ulteriore valore aggiunto può essere un percorso di condivisione col cavallo che li aiuti a superare gli ostacoli della vita per ritrovare se stessi.
un saluto
angelo duina