Molto spesso si pone il problema di quale cavallo da ippoterapia scegliere per iniziare o per integrare le proprie attività; tale dilemma viene accentuato dall’eterno problema economico che può facilmente indurre ad accogliere cavalli in regalo o a poco prezzo da persone che non possono più mantenere il proprio o che, per limiti agonistici o sopraggiunti problemi fisici dell’animale, non sanno che farsene.

La tentazione di accogliere il dono (e di salvare il povero quadrupede utilizzandolo a scopi benefici) è sempre grande. Ma, anche se il detto vuole che “a caval donato non si guardi in bocca”, è proprio il caso di dire che, in questa specifica situazione, è esattamente ciò che va fatto.

Come ben sappiamo il cavallo da ippoterapia è un animale che lavora. Svolge un lavoro importante e serio, come ogni altro. E deve avere le caratteristiche psichiche e fisiche adatte per poterlo fare. Generalizzando volutamente, è probabile che il soggetto equino che fa al caso nostro raccolga quelle caratteristiche in una fascia d’età media. Ma, per evitare generalizzazioni che diano adito a critiche e osservazioni, occorre principalmente capire quali sono i requisiti del cavallo giudicato idoneo alla riabilitazione equestre.

Requisiti psichici del cavallo da riabilitazione equestre

Parlando di aspetti caratteriali, è importante che il cavallo da ippoterapia non abbia vizi di comportamento e che sia un soggetto paziente: che tolleri le incapacità del cavaliere, la sua mancanza di equilibrio o i movimenti goffi, così come il reiterarsi degli errori.

Deve essere un animale affidabile e, ovviamente, non pauroso: non deve temere né i gesti umani né gli elementi esterni che comunemente possono spaventare, disturbare o, nel migliore dei casi, distrarre un essere che in natura è preda (e quindi pauroso per natura). In sostanza dobbiamo avere a che fare con un animale sereno ed estremamente equilibrato.

Un cavallo che, ad esempio, sia stato sottoposto a maltrattamenti o che abbia vissuto esperienze traumatiche con l’uomo, probabilmente non sarà adatto al nostro scopo perché vivrà una sfiducia di fondo nei confronti della nostra specie. Requisiti importanti sono, dunque, la pazienza, la bontà, l’esperienza dell’animale; la fiducia che ripone in noi.

relazione uomo cavalloNon è però infrequente il caso di cavalli che si mostrino dispettosi o irriverenti nei confronti di cavalieri normodotati ma che svelino di possedere il cosiddetto therapy sense (traslato dal cow sense, il “senso del vitello” che devono avere i cavalli che lavorano col bestiame, per esempio quelli da cutting): ossia una cura e una delicatezza particolari nella gestione di una relazione con persone disabili o comunque genericamente vulnerabili.

Questa caratteristica, ovviamente non presente in tutti i cavalli, prescinde solitamente dalla loro età. Le altre qualità necessarie per il cavallo da ippoterapia, al di là di quegli aspetti che l’esperienza dell’animale (determinata da una maggiore età) può garantire, dipendono più che altro dall’indole di base del soggetto.  

Naturalmente il noto proverbio “Cavaliere giovane, cavallo vecchio. Cavallo giovane, cavaliere vecchio” ha i suoi fondamenti, nessuno lo esclude. Quello che qui preme precisare è che gli aspetti negativi di un cavallo con un passato è che quel passato potrebbe non essere stato sereno così come potrebbe aver determinato l’acquisizione di vizi, anche dannosi o pericolosi.

Un cavallo per sua natura particolarmente pauroso, peraltro, molto probabilmente resterà tale, per quanto possa acquisire, mediante l’esperienza, una maggiore comprensione di cosa sia realmente pericoloso e cosa no. Un cavallo molto giovane, del resto, avrà probabilmente voglia e bisogno di “giocare” e potrebbe avere reazioni di “finta paura” che per lui faranno parte di una fase ludica e di apprendimento.

In definitiva è importante ricordare che una cosa è l’indole del cavallo mentre altra cosa è l’esperienza che, come ogni vivente, esso può acquisire nel tempo (senza dimenticare, come già accennato, che l’esperienza può essere anche fatta di vissuti negativi e non soltanto di apprendimento in positivo). Tra i due aspetti è decisamente più rilevante il primo, quello dell’indole: un buon carattere è una base che non può mancare in un cavallo da ippoterapia (e non si può costruire).

Aspetti morfologici e fisici per il cavallo da ippoterapia

ippoterapiaIn queste riflessioni è importante, inoltre, considerare le caratteristiche fisiche e morfologiche dell’animale: anche qui l’ago della bilancia pende verso l’esclusione del cavallo vecchio. Il cavallo ideale per la riabilitazione equestre, posto che non si sa quale sarà la struttura fisica di chi poi lo monterà, deve essere un cavallo solido. Non troppo alto (genericamente sarebbe meglio con una statura intorno ai 150/155 cm al garrese per facilitare il compito degli operatori), proporzionato e robusto; non deve risentire dei contraccolpi alla schiena di chi dovesse ribalzare malamente sulla sella nel tentativo di battere il trotto, né deve rovinarsi la bocca a seguito di qualche tirotto maldestro alle redini, o a seguito dell’assetto di chi addirittura vi si appende facendone un punto di equilibrio.

Naturalmente è preferibile il cavallo da ippoterapia con un’incollatura forte, larga, muscolosa così come con una groppa larga: che diano un senso di sicurezza e accoglienza e che forniscano un punto di appoggio al cavaliere.

Un garrese pronunciato e un dorso insellato (peraltro caratteristiche tipiche del cavallo avanti negli anni, al di là del fatto che possano essere tratti caratteristici, in alcuni casi, anche di un animale giovane) non sono adatti ai nostri scopi: rischiano di procurare danni alla colonna del cavaliere. Gli arti anteriori e posteriori devono essere sicuri e solidi per garantire un buon movimento; sono preferibili i cavalli lungo-giuntati perché garantiscono una maggiore elasticità. La scapola deve essere piatta e con un’inclinazione di 45/60° per evitare movimenti rigidi e disarmonici.

Oltre alla morfologia che un cavallo eredita per nascita e che idealmente dovrebbe avere, così come specificato nelle caratteristiche sopra descritte, è importante verificare che non sia malato, zoppo o rigido nelle andature: sarebbe poco utile se non addirittura controproducente e il soggetto sarebbe decisamente non giudicato idoneo come cavallo da ippoterapia.

Conclusioni

In sintesi la cosa che è importante tenere in considerazione è che cavalli troppo giovani o troppo vecchi sono decisamente da scartare. Tuttavia le caratteristiche da tenere in considerazione fanno pensare che l’età sia secondaria rispetto a una serie di requisiti (che sono comunque più facilmente rinvenibili in soggetti giovani e maturi: certamente non vecchi). Vorrei anche puntualizzare una cosa: il cavallo da ippoterapia non è uno “scarto”.

Il fatto che non ci si accontenti di tutto non è certamente un atto di arroganza e presunzione (né tantomeno di scarsa carità!) quanto, piuttosto, di serietà, competenza e buon senso. Gli animali adoperati per la riabilitazione equestre sono soggetti di tutto rispetto, spesso riaddestrati e desensibilizzati per il nuovo specifico intervento, che eseguono il loro compito con dignità e che devono essere selezionati con cura; forse ancora maggiore di quanto si selezionerebbe un cavallo da gara: e questo perché svolgono un compito di reale utilità ed importanza sociale e che può veramente fare la differenza nella qualità della vita delle persone.

dott.ssa Valeria Foglino
blogger Equestre