Quando si parla di assicurazioni e, nello specifico, di coperture assicurative in campo equestre, spesso si parla di “polizze” come se fossero prodotti di consumo, “oggetti” seriali uguali per tutti.

Un esempio? All’atto dell’adesione a qualsiasi maneggio o associazione sportiva, con il tesseramento è generalmente inclusa la “patente”, ovvero una tessera che contempla una copertura assicurativa “standard”, fornita dall’Ente o Federazione presso il quale il centro ippico risulta affiliato; coperture basiche per le quali -il più delle volte- non vengono dichiarate le caratteristiche e cosa effettivamente assicurano.

In realtà anche per i prodotti assicurativi più basici questo non è mai vero; nel caso poi di coperture complesse, allora parliamo di prodotti che addirittura in certi casi non esistono e devono essere creati specificamente per il cliente e per la sua specifica richiesta.

In altre parole, può accadere che l’intermediario assicurativo si “inventi” una polizza nuova.

Un buon esempio di questo genere di situazioni è stato proprio il lavoro effettuato per creare la copertura per i maneggi e per l’attività di ippoterapia-equitazione integrata® che a tutt’oggi è una delle polizze più diffuse in questo settore.

L’inizio di tutto è il 2010, quando il rappresentante di diverse associazioni impegnate in attività di Ippoterapia e Pet Therapy mi chiese una copertura assicurativa per coprire gli infortuni dei soggetti diversamente abili che venivano a curarsi in maneggio.

La richiesta obbediva alla legge Quadro (“Le organizzazioni di volontariato debbono assicurare i propri aderenti […] contro gli infortuni e le malattie connessi allo svolgimento dell’attività stessa, nonché per la responsabilità civile verso terzi”), ma paradossalmente poneva un problema: come assicurare l’invalidità di soggetti che in molti casi erano già invalidi al 100% o quasi?

Tecnicamente si trattava di soggetti non assicurabili, ma la legge esigeva una copertura anche per loro.

Erano quindi coinvolti due fronti contemporaneamente:

  • La Compagnia di Assicurazioni, per la quale coprire rischi “nuovi” è pericoloso: senza statistiche significative sviluppate negli anni non è possibile avere un’idea di quanti saranno i sinistri da pagare, perciò le tariffe inizialmente devono essere abbastanza alte da garantire un rapporto sinistri/premi positivo in ogni caso;
  • Il cliente stesso, al quale serviva una copertura molto ampia, di facile gestione e sensibile alla variazione di numero degli iscritti. Inoltre, essendo un insieme di attività autofinanziate e perciò senza molta disponibilità economica, il prezzo doveva essere molto basso.

Il difficile sarebbe quindi stato conciliare queste interessi contrapposti.

La soluzione?

È difficile crederlo, ma anche quello dell’assicuratore è un mestiere creativo: per sbrogliare la matassa serviva superare il concetto di invalidità permanente, ovvero progettare un sistema per rendere concretamente misurabile qualcosa che prima non lo era.

Attraverso il continuo confronto tra più agenti, il cliente e gli esperti del Terzo Settore, fu creata la Tabella Lesioni: un elenco di 260 tipologie di infortuni, dove a ogni lesione corrisponde un preciso importo.

Per il cliente ci furono due grossi vantaggi:

  • la polizza si può adattare in ogni momento perché vi si possono inserire assicurati anche in corso d’anno;
  • il tempo per la liquidazione è brevissimo, perché gli accertamenti medici legali sono bypassati e i referti medici sono direttamente presi in mano dal liquidatore, che controlla l’indennizzabilità del sinistro e liquida un importo ben preciso già sostanzialmente deciso al momento della stipula.

Anche per la Compagnia fu un buon compromesso: la polizza fu accettata a patto che si raggiungessero almeno 500 soggetti assicurati con questo sistema. Siccome è una buona polizza, molto gradita dalle realtà a cui è rivolta, l’obiettivo fu raggiunto e superato in breve tempo.

La morale della polizza

Se c’è un motivo per essere particolarmente soddisfatti di quella che è una copertura ad hoc, è che è un prodotto frutto di un confronto tra agenti e clienti: un confronto mai estemporaneo ma continuo e quotidiano.

Grazie a questo dialogo, che continua ancora, la polizza è stata ulteriormente migliorata, e oggi contiene anche una garanzia di rimborso delle spese mediche sostenute dopo l’infortunio (medicine, visite specialistiche, terapie, affitto sedie a rotelle ecc.).

Se questi sono i presupposti, la soddisfazione sarà sempre reciproca: lo testimoniano gli ottimi risultati tecnici di questo lavoro, che dal 2014 sono valsi un abbassamento del premio e un aumento delle coperture per i clienti.

Insomma, confrontare preventivi non è il modo migliore per scegliere una polizza: una copertura assicurativa è qualcosa su cui bisogna lavorare ogni anno, per perfezionarla o semplicemente aggiornarla per contemplare esigenze che prima non esistevano. Lo dimostra il lavoro dei maneggi che hanno collaborato a ottenere un risultato di cui in questo momento tutti i maneggi hanno la possibilità di beneficiare.

E se una massima deve esistere, che sia questa: per la vostra prossima polizza, qualunque essa sia, scegliete qualcuno che ascolta!

Aderendo ad EQUITABILE® è possibile assicurarsi a condizioni particolari

coperture-assicurativeEQUITABILE® è stato uno tra i primi Enti ad utilizzare le coperture di questo prodotto assicurativo specifico per il campo equestre e per il mondo dell’equitazione rivolta ai più deboli.

Grazie alle particolari agevolazioni riservate ai centri ed operatori affiliati ad EQUITABILE® è possibile ottenere queste coperture assicurative sicuramente migliori rispetto a quelle di base fornite dai principali Enti equestri nazionali e a costi estremamente concorrenziali: un’opportunità per dormire sonni tranquilli e tutelarci dalle responsabilità ed eventuali danni che possono capitare nel nostro particolare ambito di intervento!

Giacomo Chiani (info@equitabile.it)
Consulente Assicurativo di EQUITABILE®