Come molte persone sanno, il cavallo è uno dei principali animali utilizzati nei processi di riabilitazione, infatti grazie ai suoi movimenti aiuta le persone affette da problemi motori nel raggiungimento di obiettivi rispetto alla tonicità muscolare, dell’equilibrio e dello sbolcco dei cingoli.
E’ inoltre facile instaurare un rapporto speciale con questo animale che aiuta a migliorare le condizioni di persone con differenti disabilità (autismo, problemi verbali, mentali, relazionali, psichiatrici e motori), tutto questo processo viene accompagnato da un operatore che segue il “paziente” durante questo cammino.
Il cavallo può essere un valido supporto per condizioni deficitarie di carattere emozionale, comportamentale o relazionale che non siano squisitamente riconducibili a vera e propria disabilità. La mediazione e lo scambio empatico-affettivo del nobile animale può aiutare ragazzi con problemi comportamentali o che hanno subito una perdita o allontanamento, come ad esempio un familiare, un amico o qualcuno importante nella propria vita.
Come già accennato in un precedente articolo, sono numerosi i giovani che, soprattutto nel periodo dell’adolescenza (e preadolescenza), manifestano problemi comportamentali, espressi in modalità differenti e con atteggiamenti apatici, spesso conflittuali con le figure adulte o con i coetanei, certamente risposte a vissuti negativi.
Alcuni ragazzi si comportano in modo violento, altri hanno così scarsa autostima di se stessi fino da essere indotti a sminuirsi in qualsiasi tipo di situazione, altri ancora incontrano numerose difficoltà nel relazionarsi con i propri coetanei con conseguente stato di depressione causato da un profondo senso di solitudine o inadeguatezza; molti di questi comportamenti sono causa di stress estremo che viene esternato con comportamenti inopportuni o antisociali.
Come può, allora, il cavallo aiutare i ragazzi con questo genere di “disturbi di personalità o psicologici”?
E’ risaputo che, il cavallo, in quanto animale scuderizzato e, a causa di questo motivo, dipendente dall’uomo in tutte le circostanze, ha bisogno di una presenza umana fissa e costante nella sua vita che si prenda cura di lui nel miglior modo possibile.
Questa figura sempre presente inizia gradualmente ad essere occupata dal ragazzo, così prendendosi cura dell’animale il giovane acquisisce un senso di protezione in quanto ha la consapevolezza di non essere solo e di non poterlo mai diventare poiché avrà sempre qualcuno che farà affidamento su di lui per il proprio benessere.
Il rapporto che si instaura tra giovane ed animale fa si che aumenti notevolmente la fiducia in se stessi in quanto ci si rende conto che la vita di un altro essere vivente diventa dipendente dalle proprie cure e dal tempo che si mette a disposizione per queste.
Anche grazie a questo fattore il senso di responsabilità che si crea nel ragazzo aumenta e questo inizia a riporre le proprie forze nella cura e nel benessere del nuovo “amico speciale”, lasciando così poco tempo a disposizione per fattori che potrebbero risultare di distrazione o stressanti e che rischierebbero di annullare i progressi effettuati e facendo retrocedere la persona al proprio stato iniziale, ossia al problema che avevano prima di entrare in contatto con il cavallo e il suo mondo.
Spesso il cavallo svolge un vero e proprio ruolo di “amico” e confidente per molti ragazzi, e a questo nuovo amico si sentono di raccontare fatti che non direbbero ad una persona.
Questo accade perché il cavallo non giudica nessuno dall’aspetto e non ha discriminazioni perciò non è intimidatorio e il ragazzo si sente al sicuro enll’esprimersi e nel liberarsi da possibili zavorre emotive.
In quanto amico fedele di colui che se ne prende cura, questo grande animale funge anche da valvola di sfogo emotivo; è infatti un ottimo ascoltatore e riesce, a modo suo, a dare le risposte necessarie e indispensabili a far tornare felice e serena la persona.
Il cavallo, nella vita dei ragazzi con i diversi problemi comportamentali, si trasforma da semplice animale ad amico fedele su cui poter sempre contare e che sarà sempre presente nella vita della persona, diventando una figura stabile, indispensabile, e senza la quale non poter più vivere.
Arianna Bertoja
Operatore di Equitazione integrata® EQUITABILE®
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