Nel precedente articolo abbiamo fatto un quadro generale sulle disposizioni dettate dalle Linee guida sugli interventi assititi con gli animali (IAA) in materia di aree di intervento e figure professionali coinvolte all’interno delle differenti equipe multidisciplinari.

Tutte queste differenti figure, pur provenendo da background accademici o curriculari conformi all’esercizio della professione “generica” (es. psicologo, veterinario, medico o istruttore di equitazione…), al fine di raggiungere l’abilitazione ad operare nel campo degli interventi assistiti con gli animali devono aver superato uno specifico piano formativo secondo quanto disposto dalle stesse Linee Guida.

Si tratta di veri e propri corsi di specializzazione promossi su moduli progressivi, appositamente pensati per i differenti ruoli ed incarichi che, nelle buone intenzioni del legislatore, andranno a garantire nel tempo uniformità di indirizzo ed operatività su tutto il territorio nazionale.

Essenzialmente è possibile sintetizzare il percorso formativo indicato dalle linee guida come segue:

  • un corso propedeutico (21 ore);
  • corsi base dedicati alle singole figure dell’équipe multidisciplinare (durata variabile in relazione al tipo di corso);
  • un corso avanzato (per tutte le figure, 120 ore).

formazione-linee-guida-interventi-assistiti-animaliParallelamente alla formazione di nuove figure professionali negli interventi assistiti con gli animali, è previsto un periodo di transizione all’interno del quale i “vecchi” operatori del settore possono richiedere una parificazione o il riconoscimento delle esperienze pregresse (certificate) e rientrare a pieno titolo nei ruoli indicati dalle Linee Guida.

E’ compito delle Aziende Sanitarie Territoriali creare appositi albi professionali dove i differenti operatori formati secondo le Linee Guida potranno registrarsi.

Sottolineiamo che la registrazione presso la propria ASL di appartenenza non limita l’operatività del professionista al detto territorio o regione: questo “mito” che è circolato all’uscita delle linee guida è da sfatare poiché sarebbe antitetico con l’attuale normativa europea sulle professioni regolamentate.

Una particolare attenzione verso il “collega a quattro zampe”

Le Linee Guida Nazionali in materia di interventi assistiti con gli animali danno una particolare importanza alla idoneità psico-fisica e comportamentale degli animali coinvolti negli interventi, nonché alla tutela del loro benessere: il ruolo del veterinario all’interno delle differenti equipe diventa così un elemento distintivo per l’attenzione che deve essere dovuta al nostro “collega a quattro zampe”.

Questo aspetto è interessante perché rende l’animale soggetto di diritti e protagonista attivo e sicuro negli interventi stessi; oltre a sottolineare l’attenzione verso lo stato di salute del nostro “collega a quattro zampe” le linee guida esplicitano l’importanza del benessere dell’animale sul fronte comportamentale e della esposizione a fattori stressanti, oltre a fornire indicazioni sulla sua formazione e training per una più consapevole partecipazione alle attività.

Un aspetto che tocca direttamente il tema del benessere animale è quello delle strutture dove vengono erogati gli interventi assistiti, siano essi promossi con animali residenziali o non residenziali.

un momento di ippoterapia proposto ad un bambino affetto da paralisi cerebrale infantileLe Linee Guida Nazionali in materia di interventi assistiti con gli animali distinguono i centri specializzati in TAA/EAA dalle strutture non specializzate che ospitano IAA ed indicano per ogni contesto le caratteristiche impiantistiche ed amministrativo-burocratiche necessarie sia per l’erogazione degli interventi che per il corretto ricovero/ospitalità degli animali coinvolti negli interventi assistiti.
Interventi assistiti con gli animali: pro e contro.

In questo ultimo paragrafo desideriamo esprimere una sintesi tra i punti di forza e le criticità che a nostro avviso emergono dalle Linee Guida Nazionali in materia di interventi assistiti con gli animali.

Elementi positivi delle Linee Guida:

  • Il riconoscimento del valore terapeutico degli IAA: una rivoluzione culturale dopo troppi anni di silenzio istituzionale che ha favorito il proliferare di realtà, operatori e formazioni di diverse estrazioni ed indirizzo, spesso antitetiche e in continuo conflitto.
    Ci permettiamo di sottolineare da subito un elemento critico, ovvero il non riconoscimento degli IAA all’interno dei Livelli essenziali di assistenza (LEA): una vittoria mutilata aggravata da costi che inesorabilmente dovrà subire il fruitore finale, costi certamente maggiorati per effetto degli obblighi delle stesse Linee Guida (personale obbligatorio in equipe, costi di formazione, oneri di gestione certamente appesantiti rispetto al passato);
  • Il recepimento delle Linee Guida su tutto il territorio nazionale con modus operandi e programmazione/strutturazione degli interventi uniforme e comune;
  • La sottolineatura dell’importanza dell’equipe multidisciplinare che da una parte garantisce una presa in carico professionale secondo protocolli standard, pur garantendo l’attenzione verso il bisogno individuale della persona, e l’attenzione verso il benessere psico-fisico degli animali coinvolti negli interventi assistiti;
  • La formazione uniformata sull’intero territorio nazionale delle diverse figure che andranno a comporre le equipe di lavoro, con esplicitazione dei differenti titoli per accedere ai corsi e conseguentemente per ricoprire un ruolo conforme con le abilitazioni accademiche ed esperenziali del candidato;

Elementi negativi delle Linee Guida:

  • Pur apprezzandolo, probabilmente è stato dato molto risalto agli aspetti riconducibili all’animale (benessere, etologia, comunicazione) a discapito di quelli riferiti alla persona umana (il documento parla genericamente di disabilità, debolezze, bisogni speciali, senza calarsi nel merito di molti aspetti che ancora necessiterebbero di esplicitazioni, soprattutto per sensibilizzare il mondo sanitario ancora ancorato su una visione olistica e lacunosa delle reali potenzialità degli IAA);
  • Gli oneri economici associati alle nuove disposizioni: le buone intenzioni della normativa in materia di equipe multidisciplinare, figure coinvolte, formazione delle stesse, eventuale adeguamento delle strutture, portano a costi di gestione che vanno inesorabilmente scaricarsi sull’utenza finale (ricordiamo che gli IAA, pur riconosciuti, non rientrano nei LEA, quindi non si tratta di prestazioni erogate gratuitamente o dietro pagamento del ticket).
    Detti oneri economici, uniti ad una bassa percezione sociale del valore degli IAA in relazione ai costi da sostenere, rischia di allontanare ulteriormente i possibili fruitori. Se a questo fattore associamo le difficoltà economiche che oggettivamente caratterizzano l’attuale società italiana ed in particolare la stragrande maggioranza delle famiglie di soggetti disabili o disagiati che potenzialmente potrebbero fruire degli IAA… rischiamo di fare un buco nell’acqua!
  • Sebbene venga genericamente indicato che il coadiutore dell’animale nel suo ruolo è in possesso di “comprovata esperienza nella gestione delle specie animali impiegate negli IAA”, all’atto della partecipazione al corso per acquisire tale mansione non viene richiesta alcuna esperienza pregressa ma solo la partecipazione al corso propedeutico. Anche se il corso per coadiutori è definito in “almeno” 56 ore di formazione teorico-pratica (7 giornate di corso), si ritiene che un numero anche doppio di ore di pratica non sia sufficiente –almeno per l’importanza che deve essere data al quadro normativo ed ai suoi nobili scopi– per una piena e corretta conoscenza/gestione di animali come il cavallo secondo livelli di sicurezza accettabili. Siamo d’accordo che, sempre parlando di animale-cavallo, una patente/abilitazione a montare non dimostri direttamente una abilità nella gestione da terra dell’animale, ma l’esperienza equestre di base (opportunamente estrapolata cum grano salis per gli IAA) potrebbe rappresentare quel valore aggiunto in materia di conoscenza del cavallo, gestione e previsionalità nell’anticipare/evitare eventuali reazioni indesiderate che potrebbero divenire molto pericolose.

In sintesi, si manifesta tutto l’apprezzamento per la volontà da parte degli organi competenti di normare il settore degli interventi assistiti con gli animali, si riconosce il grande valore del lavoro di tanti professionisti ed operatori del settore che hanno contribuito alla stesura del documento, ma non si può pensare che questo sia il punto finale atto a regolamentare un settore complesso e caratterizzato da peculiarità differenti, in ragione delle tipologie di animali coinvolti e di ambiti molto differenti tra loro (sebbene inseriti in una comune area).

E’ importante la ferma volontà di rendere sempre più professionale e qualificato il settore, differenziandolo tra le diverse aree di azione; forse appare un pò troppo timida l’esposizione nel arginare la presenza di soggetti e realtà che operano senza l’opportuna formazione.

Ci sarà ancora da lavorare per rendere quanto prescritto dalle linee guida attuabile concretamente in relazione ad una sofferenza socio-economica talmente diffusa da non riuscire a giustificare nei fatti i costi di gestione che inevitabilmente andranno a ricadere sull’utente finale.