Come molto spesso accade, tante regolamentazioni, pur partendo dalla volontà di rispondere a oggettivi bisogni, si traducono nei fatti in una serie di ostacoli che rendono le cose farraginose ed impraticabili; l’ambito delle linee guida sugli interventi assistiti con gli animali rientra a nostro avviso in questa casistica.

Sebbene anche il mondo degli “altri” animali -pet abbia espresso molti dubbi riferiti al loro specifico raggio d’azione, in questa sede desideriamo focalizzarci unicamente nella direzione del “nostro” animale di riferimento, il cavallo, ed osservare quanto sia appropriato il detto che “la strada delle buone intenzioni è lastricata di errori”.

Sono apprezzate le buone intenzioni del legislatore nel sottolineare l’importanza del benessere animale, nel ribadire l’erogazione delle pratiche riabilitative al solo personale sanitario e dell’esclusione delle attività sportive dall’influenza delle Linee Guida.

Si deve prendere però atto di una serie di errori e oneri sopraggiunti che minano sin dalla base un settore già storicamente fragile ed in affanno.

Ci riferiamo ad esempio ad una formazione che è molto (troppo) sbilanciata verso aspetti riguardanti l’animale, la sua comunicazione, etologia e comportamento, riducendo ai minimi termini le tematiche riferite alla Persona caratterizzata da debolezze o bisogni speciali.

Una formazione che, demandata agli enti certificati dalle Regioni, è molto costosa e –per giunta- qualitativamente disallineata all’impegno economico richiesto per partecipare a detti corsi.

Affermazioni queste non certamente dettate da interessi di parte.

Conferme ci giungono con una certa frequenza da chi ha partecipato a detti corsi, spesso–avendo precedentemente aderito anche alle nostre proposte- sottolineando l’enorme differenza della qualità “oggettiva” rispetto alla qualità “formale” messa in campo dagli enti certificati secondo i dettami delle Linee Guida Interventi Assistiti con gli Animali.

Restando al solo aspetto economico invitiamo il lettore a fare una semplice ricerca nel web per valutare i costi dei corsi secondo le Linee Guida.

Purtroppo pochissimi enti pubblicano i costi direttamente sui loro siti poichè è abitudine pressochè diffusa inoltrare questa fondamentale informazione previa richiesta da parte dell’interessato, ostacolando il confronto tra le differenti proposte.

Tra i pochi che comunicano le loro proposte in modo chiaro (onore al merito) abbiamo reperito questa tabella che esplicita i costi di questo Ente “Pinco Pallino” che, per giunta, è uno dei più economici sul mercato:Un rapido raffronto tra il percorso “coadiutore” del cavallo- Linee Guida” e “assistente di Equitazione Integrata® – SNaQ”, abilitazioni con similari mansioni e monte ore di formazione, evidenzia che:

  • per diventare coadiutore è richiesto un budget intorno ai 1000 euro (IVA inclusa???) poichè è obbligatoria la precedente partecipazione al corso propedeutico di 21 ore.
  • per raggiungere una competenza similare all’interno dei corsi EQUITABILE® SNaQ la richiesta economica è di 580 euro. La metà…

Non vogliamo ritornare sui valori reali di dette proposte, ma ricordiamo che:

  • nei corsi coadiutori “linee guida” NON viene richiesta alcuna abilità equestre, ma solo la partecipazione al corso propedeutico di 21 ore;
  • terminata la formazione delle 56 (di cui 20 di pratica) + 21 ore propedeutiche, il candidato ottiene un brevetto atto a condurre e gestire il cavallo (anche con persona debole in sella) senza ulteriori integrazioni di carattere esperenziale e pratico;
  • nei corsi EQUITABILE® l’abilità equestre-pur basilare alle tre andature- è considerata come un ovvio, quanto naturale requisito d’ingresso -che certamente non attesta la capacità del candiato a “leggere”, interpretare, anticipare le reazioni e comportamenti del cavallo ma aiuta senza ombra di dubbio ad avvicinarsi a quel “sesto senso” nella relazione con l’animale che nessun corso potrà mai fornire;
  • Terminata il corso di formazione frontale di 48 ore teorico-pratiche il candidato dovrà svolgere almeno 72 ore di tirocinio atto ad attestare competenza reale nella gestione del cavallo in diverse situazioni (lavoro alla corda, attività di scuderia, pratica in sella supervisionata, affiancamento all’istruttore durante le lezioni di base di “scuola” ed affiancamento al tecnico superiore alle riprese di equitazione rivolta a soggetti deboli).

Alla luce di queste evidenze, anche i più accesi sostenitori dei Protocolli Linee Guida Interventi Assistiti con gli animali non potranno dubitare dell’evidente divario tra le differenti offerte formative ed i relativi ritorni in materia di competenze ed abilità acquisite e certificabili…

I (tanti) limiti delle Linee Guida applicate al cavallo

Sin dalla prima stesura del testo guida erano chiare alcune criticità che, pur tamponate in parte nella seconda ed attuale direttiva, rendono la sua messa in pratica estremamente difficoltosa perché anti-economica, onerosa sul fonte degli obblighi annessi e particolarmente scollata dalla realtà.

Qual è la ratio che impone a chi vuole iscriversi ad un corso per Coadiutori la sola adesione preliminare ad un corso introduttivo di 21 ore (tutto teorico, il cui costo medio è intorno ai 230-260 euro più IVA) dove si parla della sola “legge” SENZA richiedere una preventiva competenza equestre di base o esperienza con i cavalli?

E’ importante acquisire la direttiva ma, con un livello intellettivo basilare, chiunque potrebbe studiarsela a casa per i fatti propri senza oneri aggiunti.

La domanda è ulteriormente ribadita alla luce di una insufficiente formazione pratica riferita al cavallo da parte di coloro i quali effettivamente sono chiamati “sulla carta” ad interagirvi totalmente, anche attraverso la conduzione a mano dell’animale che spesso porta sul suo dorso un bambino o soggetto debole: un’aggravante in termini di responsabilità e conseguente conferma di effettiva competenza.

La nostra formazione in area educativo-sportiva da anni richiede la naturale, quanto OVVIA abilità equestre preliminare per l’adesione ad un corso Assistenti (medesime competenze del Coadiutore ma fuori campo Linee Guida).

Inoltre attraverso i nostri percorsi formativi –sempre riconosciuti a livello nazionale ed europeo, ma fuori dalle Linee Guida- l’assistente può crescere di grado e diventare Tecnico per interagire con la persona debole in sella.

Nel circuito delle Linee Guida un coadiutore non potrà mai diventare referente d’intervento senza il possesso di una laurea in area sanitaria o educativa. Tradotto: “strada chiusa” e difficoltà ad inserirsi in un’equipe già formata, anche in ragione di uno sproporzionato numero di coadiutori rispetto alle altre figure tecniche abilitate ed in attività.

Ci si riferisce ad esempio alla figura del Veterinario, un ruolo che nel testo delle Linee Guida sugli Interventi Assistiti con gli Animali è chiave per il benessere dei colleghi a quattro zampe e –soprattutto, e nella pratica- indispensabile per la realizzazione di qualsiasi intervento mediato dall’animale, sia esso informale (AAA), educativo (AAE) o terapeutico (AAT).

Ma la domanda è la seguente: quanti veterinari (anch’essi obbligati a partecipare ai corsi da pagare intorno ai 2000 euro) hanno interesse a perdere giorni di lavoro, soldi e tornare “sui banchi” ad ascoltare lezioni che spesso si traducono in “aria fritta”, per partecipare ad un corso che  li coinvolgerà in un settore in affanno e che ben difficilmente permetterà loro di ricevere compensi paragonabili alla loro ordinaria attività clinica?

Per inciso molti centri equestri che aderiscono delle Linee Guida collaborano con professionisti che, pur formati secondo le disposizioni ministeriale non hanno esperienza con i cavalli perché provenienti dal settore dei piccoli animali.

Come potranno mai questi ultimi valutare il comportamento, l’indole e l’attitudine di un cavallo con la sola esperienza in altre tipologie di animali?

Abbiamo già feedback di valutazioni non oggettivamente conformi con le reali caratteristiche del cavallo, limitandone di fatto il raggio d’azione, ed in alcuni casi anche la mole di lavoro ad una sola ora di attività al giorno…

Restando unicamente centrati sulle attività non riferite al campo riabilitativo, agli stessi educatori e pedagogisti non è richiesta la minima abilità equestre di base.

Questo presupporrebbe che l’attività educativa mediata dal cavallo –a meno che non sia unicamente promossa da terra– non preveda la fruizione di alcune tecniche equestri di base…

Come è possibile per un referente d’intervento (operatore tecnico) tradurre in “richieste ed azioni” un obiettivo educativo senza averne preventivamente interiorizzato e fatto proprio un vissuto fatto di personali esperienze vissute “da allievo”?

Al netto di questi aspetti è da ribadire che per la promozione degli interventi assistiti con gli animali secondo le Linee Guida è indispensabile la definizione di un’equipe più o meno corposa di figure che debbono inderogabilmente passare attraverso i corsi “Linee Guida”.

Tradotto: una formazione “obbligata” e dispendiosa sia sul fronte economico che temporale, moltiplicata per il numero di persone aderenti all’equipe stessa.

Professionisti questi, che vorranno avere un ritorno per l’investimento fatto? La ovvia e ragionevole risposta è evidente…

Ciò che però nessuno sottolinea riguarda i costi di erogazione del servizio per l’utente finale al quale, secondo queste nuove disposizioni, verrà richiesto un esborso in danaro particolarmente impegnativo per compensare il carico di una macchina pesante e antieconomica.

Dulcis in fundo, il tutto aggravato dal fatto che gli interventi assistiti non rientrano nei livelli essenziali di assistenza, LEA, ovvero l’insieme di tutte le prestazioni, servizi e attività che i cittadini hanno diritto a ottenere dal Servizio sanitario nazionale.

Dopo tutte queste premesse, è ragionevole porsi alcune domande prima di aderire a questo o quel circuito. E’ anche interessante sapere come fanno (o hanno fatto) alcuni centri equestri per restare sul mercato e come iniziano a rispondere – e cosa scelgono- i nuovi interessati per realizzare un loro sogno o aspirazione e diventare “operatori del settore”.

Nel prossimo articolo faremo una ulteriore sintesi per permettere una scelta consapevole e, speriamo, risolutiva…